Seconda proposta:
Integrazione dell'offerta servizi degli operatori Private Banking anche con servizi non core.
In particolare i servizi rivolti ad assistere il cliente non solo per quanto riguarda la gestione del patrimonio finanziario ma anche per le eventuali esigenze più esplicitamente imprenditoriali, spesso origine della ricchezza.
Risulta infatti difficile capire perché le società non integrino i servizi che non presidiano direttamente ma che possono facilmente includere nella loro offerta utilizzando le piattaforme "
white label" ormai presenti anche sul mercato italiano.
Questo consentirebbe agli operatori di integrare il loro bilancio con i profitti aggiuntivi derivanti da questa attività ancillare, senza perdere il presidio sul cliente in quanto questi servizi verranno offerti con il nome dell'operatore di Private Banking.
L'imprenditore/cliente sarebbe in questo modo agevolato rimanendo all'interno del rapporto di fiducia col proprio consulente finanziario nel proseguire con minori preoccupazioni la propria attività.
E in ottica di asset management che dovrebbe essere comune in queste società sfidiamo chiunque a non considerare come il primo asset strategico la fiducia del cliente.
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