Recenti incontri tenutisi tra ottobre e dicembre dello scorso anno a Milano, Palermo e Roma hanno messo in evidenza successi e contraddizioni di quella che viene oggi chiamata "
green economy". Di "green economy" si inizia a parlare soltanto negli ultimi decenni, quando nelle tradizionali analisi economico-sociali si inserisce una nuova componente legata all'ambiente. Da qui il termine ha acquisito significati ed accezioni sempre più ampie, sino a comprendere qualunque attività economica legata, in modo più o meno indiretto, all'ambiente. È proprio di queste attività che si è discusso nel ciclo di conferenze dell'autunno scorso, "
La Natura dell'Italia. Biodiversità e aree protette: la Green Economy per il rilancio del Paese".
"In un momento di crisi economica
i parchi possono rappresentare un pezzo dell'oro verde del paese. Veri e propri asset su cui puntare per uscire dalla crisi", queste le parole dell'ex-ministro dell'Ambiente Andrea Orlandi, intervenuto nei vari incontri. Della stessa opinione un'altra voce autorevole, il presidente di Legambiente Vittorio C. Dezza, secondo il quale i parchi "possono offrire un concreto contributo al Paese per farlo uscire dalle difficoltà economiche e sociali in cui si trova". Che le parole dei due personaggi siano quanto mai veritiere, lo dimostrano i vari studi di settore.
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