Opportunità o rischio?
La crisi dei mercati ha gettato nello scompiglio gli investitori privati; non c'è più una guida a dettare i tempi dell'investimento e quello che fino a qualche anno fa sembrava un'
opportunità, oggi viene prima di tutto vista come una fonte di rischio.
Il
rischio, quindi, è il nuovo nemico numero uno dell'investitore, costretto a spiegarsi perché il gestore dei suoi risparmi ha preso posizione sull'azionario e, mediamente ha perso, ha preso posizione sull'obbligazionario e ha perso e, per ultimo ha diversificato sul dollaro e ha perso anche lì.
Solitamente i
mercati finanziari sono stimolati da inflazione e tassi di interesse e sono proprio queste due variabili che, ultimamente, ne hanno condizionato negativamente alcuni assets e positivamente altri che, in rapporto causa-effetto, interagiscono continuamente tra loro attivando il meccanismo dei vasi comunicanti; per meglio dire che le risorse finanziarie vanno verso gli strumenti più redditizi e fuggono da quelli meno paganti ed è proprio questa frenetica variabilità degli umori degli investitori istituzionali, a volte inspiegabile, che determina sconquassi rendendo sempre meno sopportabile l'avversione al rischio, pur in presenza di evidenti opportunità.
Non sono pochi gli investitori che vivono a compartimenti stagni i mercati finanziari, perdendo così di vista quello che succede nel mercato delle materie prime, piuttosto che dei cambi; riteniamo, quindi, che possa essere gradita una spiegazione, senza pretese operative, che soddisfi quanti non si danno ancora una risposa sullo stato della crisi che, a nostro modo di vedere, è lungi dall'essere risolta, rimanendo passivamente in attesa dei tempi che verranno.
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