Un'idea definita bizzarra da molti, una vera e propria "boutade" per altri che non hanno risparmiato commenti ironici, eppure si fanno sempre più consistenti le voci secondo le quali la
Sindaca Virginia Raggi e il suo staff starebbero pensando di introdurre nella Capitale una
moneta alternativa all'Euro, come peraltro già annunciato durante la campagna elettorale. Un'idea, dunque, che viene da lontano. Molto lontano. Visto che tra i tanti nomi che circolano (ancora non è dato sapere quanto scherzosamente) c'è anche il
sesterzio, la
moneta dell'Impero.
La
giunta Capitolina, insomma, finisce ancora una volta al centro delle polemiche stavolta per una proposta che fa discutere. Ma sembra proprio che il
Movimento5Stelle faccia sul serio. In sostanza, una moneta in stile "
Sardex", la valuta utilizzata dagli autonomisti sardi, che potrebbe essere utilizzata esclusivamente, in fase sperimentale, tra le imprese presenti nel territorio romano. Come anticipato dal Corriere della Sera Andrea Arzilli ed Emanuele Buzzi.
IL PROGETTO DELL’ASSESSORE MAZZILLO - Al netto di critiche e perplessità, è stato L’
assessore del Comune di Roma al Bilancio, Andrea Mazzillo, ad illustrare nel dettaglio i particolari del progetto che prevede un sistema studiato appositamente per fornire un sostegno supplementare all’economia Capitolina. "Sostanzialmente - ha spiegato - non utilizzo l’euro, ma una moneta che non è neanche elettronica ma alternativa e che può essere chiamata in tanti modi: in Sardegna c’è il Sardex, oppure il
Tibex nel Lazio. L’idea è costruire un
circuito parallelo che possa favorire l’economia".
Dopo il Sardex e il Valdex, arriva il Tibex? - Insomma, un vero e proprio
progetto economico reale sul modello di quello già avviato in Valle d’Aosta a fine aprile, quando è partito il
Valdex, nuovo strumento di pagamento parallelo e complementare regionale al quale aderiscono alcune decine di aziende su un paniere di seicento.
MONETA PARALLELA - Una moneta parallela che dovrebbe debuttare non solo a Roma ma anche a Torino dove si pensa al varo di una "moneta complementare" da affiancare all’euro. Nella capitale potrebbe essere solo uno strumento di baratto tra il comune e i cittadini per una serie di servizi pubblici (uno sconto sulle tariffe, ad esempio, se c’è un impegno speciale nella differenziazione dei rifiuti urbani), oppure una moneta sperimentale da spendere nei mercati rionali di Montesacro e Appio-Tuscolano, due tra i quartieri più popolosi della metropoli.
L'idea non è nuova. In passato, era stato Silvio Berlusconi a battere la pista che portava dritto all'introduzione di una doppia valuta da utilizzare a livello nazionale. Il presidente di Forza Italia aveva proposto quella che da molti era stata definita la resurrezione della lira, da affiancare all’euro con l'obiettivo di aiutare la crescita economica e dell’occupazione. Tuttavia l’ipotesi aveva raccolto scarsi consensi ed era finita nel dimenticatoio. Ora ci vuole (ri)provare il Campidoglio. Oggettivamente, una sfida improba, ma sembra proprio che l'amministrazione 5 Stelle voglia andare fino in fondo. Per ora,
roba da non scommetterci una lira. Anzi, un euro. O forse chissà, un sesterzio!
"