La
Fed si libera le mani ed è pronta a mandare in soffitta il
quantitative easing, e mostrando un cauto ottimismo sullo stato dell’economia, apre la strada anche ad un nuovo – il terzo – aumento dei tassi di interesse entro l’anno: il 2017 dovrebbe infatti chiudersi con tassi fra l’
1,25% e l’1,50%. L’attività economica "cresce a una velocità moderata. Il mercato del lavoro si è rafforzato ulteriormente", dice la Fed smorzando i timori sull’impatto degli uragani Harvey e Irma sull’economia: si faranno sentire nel breve termine, ma le esperienze passate mostrano come gli uragani difficilmente sono in grado di cambiare il corso dell’economia. Nel frattempo, la banca centrale americana lascia invariato il costo del denaro. I tassi restano, infatti, fermi in una forchetta fra l’1,00% e l’1,25%.
DECISIONE STORICA, PARTE LA RIDUZIONE DEL BILANCIO "MONSTRE" – Arriva anche la storica decisione di avviare
la progressiva riduzione dell’ammontare di titoli detenuti, in base ai passati piani di stimoli monetari. A partire da ottobre prende il via il processo di normalizzazione di bilancio.
Il bilancio della Fed è quasi quadruplicato con la crisi finanziaria, arrivando a toccare i
4.500 miliardi di dollari con le misure straordinarie a sostegno dell’economia.
GRADUALE E PREVEDIBILE – Tuttavia, sarà un processo "graduale e prevedibile", che ovviamente avverrà a piccoli passi: 10 miliardi di dollari al mese, di cui 6 miliardi di Treausury e 4 miliardi di titoli legati ai muti, che saranno lasciati scadere senza reinvestimenti. "Siamo pronti a iniziare di nuovo i reinvestimenti in presenza di un deterioramento materiale" così come precisato dalla presidente della Fed Janet Yellen che rassicura: "
Il messaggio di base qui è che la performance economica americana è stata buona (…) e i passi che abbiamo fatto per normalizzare la politica monetaria (..) sono ben giustificati dato il progresso molto significativo che abbiamo visto nell’economia".
BCE RIVEDE PIL AL RIALZO – Intanto, la Bce guarda all’annuncio sulla normalizzazione del bilancio della Fed e rivede Pil al rialzo – "L’espansione economica, che ha accelerato oltre le attese nella prima metà del 2017, continua a essere solida e generalizzata nei diversi paesi e settori". In particolare nella zona euro "prosegue e mostra segni di crescente tenuta, mentre le misure di politica monetaria sostengono la domanda interna". Così la Bce nel Bollettino economico.
In base alle stime dell’Eurotower nel secondo trimestre dell’anno l’aumento del pil in termini reali dell’area è stato pari allo 0,6% per cento sul periodo precedente, dallo 0,5 del primo trimestre.
Le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate dagli esperti della Bce nel settembre 2017 prevedono una crescita
del pil in termini reali del 2,2% per cento nel 2017, dell’1,8% nel 2018 e dell’1,7% nel 2019. Rispetto all’esercizio condotto a giugno 2017 dagli esperti dell’Eurosistema,
le prospettive di crescita del pil sono state riviste al rialzo per il 2017 e restano in seguito pressoché invariate.
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