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Arte ed economia: una soluzione per la crescita

Fontana dei Quattro Fiumi
Un patrimonio millenario che costituisce la culla della nostra civiltà
E' opinione comune che la cura e l'investimento in beni culturali ed archeologici e, più in generale, in cultura, tradizione e folklore sia un "affare di stato". Ed è opinione anche più diffusa quella di considerare la spesa in questo settore "eccessiva", "improduttiva" e finanche "proibitiva" in tempo di crisi. Ma esistono delle alternative praticabili, in grado anche di dare un contributo al superamento del momento di difficoltà economica.

L'Italia è un Paese con una tradizione artistica e culturale millenaria: dagli antichi romani, agli etruschi, al medioevo, per arrivare al rinascimento ed alla storia dell'arte più recente. Quel che è certo è che l'importanza del patrimonio culturale del nostro Paese è anche sancita nella Costituzione, precisamente all'articolo 9, che recita: "la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della Nazione".

Non a caso, il Presidente della Repubblica in carica nel 2003, Carlo Azeglio Ciampi, ha tenuto un discorso particolarmente significativo al riguardo, sottolineando: "E' nel nostro patrimonio artistico, nella nostra lingua, nella capacità creativa degli italiani che risiede il cuore della nostra identità, di quella Nazione che è nata ben prima dello Stato e ne rappresenta la più alta legittimazione". Si tratta di una grande intuizione, che trova conforto nella nostra storia e getta le basi per la proliferazione delle arti e dei mestieri, del Made in Italy e per sviluppo dell'intera economia tricolore.

Per dare una dimensione dell'importanza del nostro patrimonio artistico e culturale si possono citare dei numeri, seppur incompleti e parziali. Le rilevazioni del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MiBAC) indicano che nell'ultimo centinaio di anni sono stati vincolati 51.693 immobili, pari a circa 55 mila chilometri quadrati, ovvero il 18% della superficie del Paese. Si tratta di una porzione ben più grande di quella vantata da altri Paesi europei, come Spagna, Francia ed Inghilterra, tant'è che molti siti italiani sono stati inseriti in cima alla lista del Patrimonio dell'Umanità stilata dall'UNESCO.

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