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Lavoro, nel futuro il 75% degli occupati lavorerà da casa

Secondo un report di Ubs, la flessibilità sarà il cardine del nuovo lavoro

Che il posto fisso sia sempre più un miraggio, sono sempre più giovani a pensarlo. Ma le previsioni per il futuro lavorativo di intere generazioni non solamente in Italia, ma in Europa e nel Mondo, sono ancor più disarmanti. In un futuro non molto lontano, infatti, ben il 75% dei lavoratori non avrà più bisogno di un ufficio per svolgere le proprie mansioni. Tre persone su quattro potranno tranquillamente lavorare da casa o, più pessimisticamente, essere soppiantate nel proprio lavoro da macchine che non si stancano, non si ammalano e non chiedono ferie.

E’ questo lo scenario, per certi aspetti inquietante, che emerge da una ricerca realizzata da Ubs in collaborazione con The Future Laboratory, focalizzato sul futuro lavorativo dei Millennials, ragazzi cresciuti a pane e tecnologia, ma che proprio da quella stessa tecnologia rischiano di essere soppiantati. Tanto per iniziare, afferma lo studio, messa da parte per un momento la certezza che gran parte del lavoro sarà automatizzato, il problema di fondo è che molti lavori semplicemente scompariranno. Non esisteranno più. Esattamente il 47% del totale delle professioni oggi esistenti saranno morte, cancellate dalle nuove tecnologie.


Ma il futuro nebuloso non si ferma qui. Si stima che nei prossimi decenni il 75% dei lavoratori del pianeta non lavorerà più in un ufficio tradizionale. Niente scrivania, niente colleghi, niente pausa caffè, ma un esercito di lavoratori in gran parte freelance, operativi da casa e connessi con tutto il mondo, sulla scia di quanto già sta accadendo e che è in corso di consolidamento. Numeri alla mano, in appena dieci anni, fra il 2004 e il 2013, si è assistito a un incremento del 45% del telelavoro. La flessibilità lavorativa sarà la vera chiave di volta delle professioni del futuro, in aziende che muteranno sempre più velocemente e che adotteranno ora soluzioni contrattuali tradizionali ora interinali, puntando molto più di oggi sulla cosiddetta "job satisfaction" per attirare nuovi talenti.

Ma cosa si attendo i Millennials per il loro futuro? Un 65% desidera lavorare per aziende od organizzazioni animate da "intenti sociali", mentre un 83% di costoro è addirittura disposto a intascare "uno stipendio inferiore" pur di farlo. Del resto saranno proprio loro, i Millennials, la gran parte della forza lavoro del prossimo futuro: circa i tre quarti (72% per la precisione) entro il 2025. Ma molti dei loro manager saranno ancora i figli della Generazione di persone nate tra gli anni Sessanta e Settanta, con conseguente rischio di un conflitto generazionale nelle fila delle proprie dipendenze, che è avvertito da tre quarti dei manager contattati per la ricerca.


In ambito lavorativo, infine, grande spazio sarà data alla salute e al benessere del dipendente. Lo studio stima una sempre più crescente diffusione di App che monitorano lo schermo del dipendente e suggeriscono di prendersi una pausa, oppure capaci di tracciare le emozioni. Anche questo influisce – e molto – sulla produttività lavorativa, sottolinea lo studio, a tutto vantaggio del lavoratore stesso e dell’azienda.


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