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Private Banking


Nuovamente tralasciamo gli ampi spunti sociologici che si intravedono nelle conclusioni poc'anzi affrontate e passiamo a trattare un secondo punto rilevante: l'incapacità di fornire risposte soddisfacenti per chi pur possedendo patrimoni importanti abbia già tirato i "remi in barca" (mantenendo coerente la metafora marinara) per quel che riguarda il" saper spendere" i soldi accumulati.

Emerge infatti dalla ricerca che i servizi di art advisory e il supporto alla filantropia siano tra i meno "gettonati".

Difficile capire in questo caso se la ragione risieda principalmente nello spirito di difesa e nel mantenimento della posizione pregressa di cui abbiamo trattato in precedenza o forse proprio nel disinteresse ad avere un approccio ludico con il proprio denaro.

Nel caso dei servizi di filantropia si riscontra il totale mancato apprezzamento del riconoscimento sociale che da tale attività possa derivare.

Riprendendo il concetto sviluppato inizialmente (di cui troverete un piccolo approfondimento di seguito) pare proprio potersi dire che la metamorfosi kafkiana sia compiuta nella sua totale e drammatica interezza.

Gli eredi dei banchieri che finanziarono "bellum" e il bello, civiltà e progresso, ora paiono più orientati a fornire servizi per aiutare ad erigere fortificazioni e torri merlate sul davanzale del proprio quadrilocale vista parco.

Basterà?

In chiusura di questo articolo vorremmo però suggerire delle possibili soluzioni per soddisfare le necessità degli operatori di Private Banking e contemporaneamente quelle dei loro clienti.
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