In un momento come questo, in cui l'IMU, la TARES e, più in generale, la pressione fiscale alle stelle tartassano le oggi più fragili che mai economie familiari, ecco arrivare la
super-bolletta.
Lo rivelano i recenti dati Eurostat che registrano, tra il 2011 ed il 2012, un aumento dell'11,2% sulla
componente elettrica e del 10,3% sulla
componente gas, la prima molto al di sopra della media europea che si attesta ad un ben più modesto +6,6%.
Sebbene sul gas gli aumenti, pur consistenti, siano in linea con i dati europei, lo stesso quindi non si può dire dell'elettricità: peggio di noi solo Cipro (+20,6%) e Grecia (+14,5%).
Il costo dell'energia diventa dunque tra i più alti in Europa. Secondo le stesse statistiche, nel 2012 gli unici a pagare bollette più salate di noi erano i cittadini danesi, ciprioti e tedeschi. A questo scenario è bene anche aggiungere l'enorme impatto ambientale derivante dalla produzione dell'energia elettrica.
In Italia, più del 60% dell'elettricità utilizzata deriva da fonti non rinnovabili: gas, carbone e petrolio. Dalla loro combustione si ricava energia termica che viene trasformata in energia meccanica la quale, a sua volta, viene trasformata in energia elettrica. Questo processo porta con sé la produzione di una considerevole quantità di
CO2, conosciuta anche con il nome di anidride carbonica. Si tratta del gas che influisce maggiormente sul cambiamento climatico globale. I dati relativi all'innalzamento della temperatura media, e tutte le conseguenze cui questo inevitabilmente conduce, si fanno sempre più allarmanti. Nonostante gli svariati accordi internazionali e le normative locali in materia,
il termometro mondiale continua a salire. I ghiacci artici si sciolgono, le acque salgono.
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