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Il problema dei fondi europei, lasciati e persi

Tanti fondi a disposizione, ma scarsa capacità di usufruirne.

Tanti fondi a disposizione ma scarsa capacità di usufruirne. Questo il problema che nel Bel Paese potrebbe portare, a partire dal prossimo anno, ad un graduale disimpegno di fondi europei già assegnati e ad una diversa e più sfavorevole ripartizione di fondi inclusi nei futuri piani di sviluppo Ue. Siamo infatti il penultimo Paese, seguiti solo dalla Romania, per quanto riguarda l'impiego effettivo dei fondi comunitari.

Il problema non sorge nuovo, già nel 2000 l'allora Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi ricevette forti critiche da Bruxelles poiché il nostro Paese risultava tra quelli europei il "più indietro" nell'utilizzo dei fondi. Ma nonostante le critiche mosse allora e negli anni a seguire la situazione ad oggi non è cambiata poi tanto.

Per il settennio che va dal 2007 al 2013 Bruxelles ha destinato all'Italia, tra fondi strutturali europei e cofinanziamento nazionale, ben 54,3 miliardi di euro. Stando ai dati diffusi dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica e aggiornati al 30 settembre 2012, sul totale dei fondi disponibili si attesta una spesa del 26,3%, con un incremento di 1,2 punti percentuali rispetto al trimestre scorso, ma distante ancora 1,6 punti percentuali dal target nazionale di fine ottobre. Un dato che non soddisfa le aspettative del Ministro Barca il quale tiene a ricordare che "se il target di ottobre non sarà centrato il programma subirà un definanziamento automatico a favore di altri interventi".

Da notare anche il divario tra le Regioni del Centro-Nord e le Regioni del Mezzogiorno. Per le prime la spesa risulta del 35,5%, in crescita rispetto ai dati dei mesi precedenti. Per le seconde resta, invece, complessivamente fissa al 22,6%. Sta di fatto che l'Italia è, in quasi sei anni su sette, riuscita a spendere solo un quarto dei fondi che le erano stati assegnati.

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