Da mesi l'informazione di secondo livello, cioè blogger e agenzie di stampa non convenzionali come
TELEBORSA, si battono per far conoscere a quante più persone possibili dell'esistenza del
MES o ESM (European Stability Mechanism), che ad oggi resta ancora sconosciuto alla maggior parte dei cittadini.
L'ESM è uno strumento della finanza europea che se applicato avrà delle pericolose conseguenze per le tasche degli italiani, ma prima di addentrarci nelle conseguenze, cerchiamo di capire, con semplicità, di cosa stiamo parlando.
L'ESM o MES che dir si voglia, viene spesso chiamato
nuovo Fondo Salva Stati. E' stato istituito come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona Euro. In base alle modifiche approvate nel 2011 dal
Trattato di Lisbona, il MES è diventato una vera e propria organizzazione, sul modello del
Fondo Monetario Internazionale, dotato di un Consiglio dei Governatori, a sua volta formato dai Ministri delle Finanze dei paesi membri, di un Consiglio di Amministrazione e di un Direttore Generale.
Il Commissario Europeo agli affari economici, il finlandese
Olli Rehn e
Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea, sono membri osservatori. Il MES ha il potere di imporre scelte di politica macroeconomica ai paesi membri.
Per reperire risorse finanziarie il MES può emettere strumenti finanziari, cioè obbligazioni e può acquistare Titoli di Stato, tali e quali ai nostri BTP, di tutti i paesi dell'Eurozona che aderiscono al fondo stesso mediante sottoscrizione di quote. Le quote non sono equamente ripartite, ma riflettono l'importanza economica dei paesi dell'Unione. Ovviamente il primo sottoscrittore di quote del MES è la Germania con poco più del 27% e un controvalore monetario di poco inferiore ai 190 miliardi di Euro. L'Italia è al terzo posto, dopo la Francia, con poco più di 125 miliardi di Euro, da versare al MES entro il 2018.
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