La crisi inesorabile che ha colpito l'
Eurozona continua a portare con sé i suoi effetti disastrosi.
Nessun Paese è stato risparmiato dalle conseguenze della recessione e i numeri non mentono. Disoccupazione alle stelle, difficoltà di accesso al credito e consumi sempre più ridotti all'osso. Queste solo alcune delle conseguenze più evidenti della recessione che non molla la presa.
La recessione si è abbattuta come un uragano da questa e dall'altra parte dell'oceano, e in Italia, la situazione è preoccupante, per certi versi drammatica. E' in continua crescita la quota di individui che dichiarano di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni (16,6%), cifra triplicata in due anni. Questa la desolante fotografia scattata dall'
ISTAT, nel suo rapporto annuale che restituisce l'immagine di un Paese dove si fa fatica ad arrivare alla fine del mese.
A soffrire di più il ceto medio con una crescente privazione materiale delle famiglie italiane. Nel 2012, gli individui in famiglie gravemente deprivate, rappresentano il 14,3% del totale in crescita rispetto all'11,2 per cento dell'anno precedente e con un'incidenza più che doppia di quella registrata solo due anni prima (6,9 % nel 2010). Inoltre, le persone che vivono in famiglie deprivate (quelle con tre o più sintomi di disagio economico) raggiungono un quarto del totale rispetto al 16% del 2010.
Le persone che affermano di non poter riscaldare adeguatamente l'abitazione arrivano al 21,1% raddoppiate negli ultimi due anni, per non parlare poi del superfluo: coloro che dichiarano di non potersi permettere una settimana di ferie in un anno rappresentano ormai la metà degli italiani. Anche sostenere una spesa imprevista è diventato un lusso che possono permettersi in pochi, mentre rimane pressoché stabile l'indicatore relativo ai debiti di mutuo, affitto e bollette.
In questo panorama arido viene da chiedersi se gli italiani siano diventati i poveri di Eurolandia visto che lo stipendio di un cittadino tricolore non sembra valere un granché.
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