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Interessi usurari nei contratti di "finanziamento": il consumatore tra l’incudine e il martello

Non fidarsi delle Banche è bene, ma non fidarsi di chi vuole portarle in tribunale ad ogni costo è anche meglio

La gran parte di noi ha certamente avuto a che fare, o potrebbe averne in futuro, con Banche, o società ad esse equiparate, per quanto riguarda contratti di ‘finanziamento', quali il mutuo, il leasing e così via. Si potrebbe dire che molti tra noi hanno perfino realizzato i propri desideri sottoscrivendo uno di questi contratti. Basti pensare proprio al mutuo, che consente di acquistare, a chi inizialmente non dispone del capitale per farlo, la casa dei propri sogni, chiedendo alla Banca la somma necessaria ed impegnandosi a restituirgliela in comode rate (di solito) mensili.

Tutto bello, se non fosse che ricevere finanziamenti dalle Banche non è sempre facile, ma soprattutto ha naturalmente un costo. Un costo che è uguale al valore degli interessi (c.d. corrispettivi) che il mutuatario deve versare alla Banca insieme alle rate di restituzione del finanziamento ricevuto: le due voci sono solitamente distinte nei piani di ammortamento delle banche nella “quota interessi” e “quota capitale”. Tali interessi sono da tenere ben distinti da quelli (c.d. di mora) da corrispondere, generalmente in sostituzione dei primi, se si abbia versato in ritardo una o più rate dovute, per avventura o a causa di concrete difficoltà economiche.
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