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Fed, Bank of England e BCE, la politica monetaria è tornata prepotentemente protagonista nella settimana che si è appena conclusa.
FED, POWELL: DEBUTTO CON RIALZO - Ad aprire le danze, la Federal Reserve che ha aumentato i tassi di riferimento di 25 punti base portandoli a 1,51-75%, come, tra l'altro, ampiamente atteso alla vigilia dagli analisti La Banca centrale statunitense ha dunque alzato i tassi d’interesse per la prima volta nell’anno in corso, la sesta da quando nel dicembre 2015 è iniziata la normalizzazione della sua politica monetaria. Debutto, dunque, con rialzo per Jerome Powell, neo presidente della Fed che indica la via: “Procedere in modo troppo lento a ulteriori aumenti del costo del denaro potrebbe rappresentare un rischio per l’economia, perché potremmo poi essere costretti ad agire troppo rapidamente, danneggiando la crescita”.
Ottimismo moderato. Bisogna perciò procedere a piccoli passi, per questo la parola chiave è “graduale”: “Decideremo comunque volta per volta, perché dobbiamo fare in modo che l’inflazione prosegua la sua corsa verso l’obiettivo del 2%”
ALTRI 2 AUMENTI ENTRO L’ANNO – L’ipotesi al momento più accreditata è che la Fed rimetterà mano al tasso di interesse ancora due volte da qui alla fine dell’anno. Altri ritocchi di un quarto di punto come ieri per chiudere il 2018 con una forchetta tra il 2 e il 2,25%.
BCE, MARIO DRAGHI TIENE LA LINEA DELLA PRUDENZA - Washington chiama, Francoforte risponde? No. Se, appunto, la Fed è tornata ad aumentare i tassi d’interesse, la Banca Centrale Europa di Mario Draghi temporeggia promette uno stimolo monetario ancora "ampio".
LA REGOLA DELLE 3 P: PAZIENZA, PERSISTENZA E PRUDENZA". Draghi, insomma, si affida alle 3 p. La politica monetaria della Bce rimarrà "paziente, persistente e prudente" perché sebbene la ripresa dell’economia si sia sviluppata in modo superiore alle attese, è ancora troppo presto per dichiarare vittoria per quanto riguarda l’inflazione, ha sottolineato nel corso di una conferenza a Francoforte. Nel corso dell’ultimo anno – ha proseguito – la Bce ha progressivamente ricalibrato il suo programma di acquisto di attività. Abbiamo di conseguenza adattato la nostra politica monetaria alla diversa intonazione delle ripresa, cosa che io ho definito in passato come "accompagnare la ripresa". Durante questo periodo, l’economia si è sviluppata in maniera persino più solida di quanto non ci aspettassimo e la fiducia nell’eurozona è aumentata. Ma non è perché la crescita reale è forte che possiamo dichiarare che il nostro compito è finito".
Regno Unito: BoE mantiene i tassi di interesse allo 0,50% - Tassi di interesse invariati allo 0,50% anche per la
Bank of England (BoE) che ha mantenuto invariato il piano di acquisto di asset (Quantitative Easing).
L'ultimo intervento sul costo del denaro risale al 2 novembre 2017, quando la Banca centrale ha alzato i tassi di 25 punti base.
La decisione di lasciare invariati i tassi di interesse è stata votata dalla maggioranza del Comitato di politica monetaria (Monetary Policy Committee, o MPC): i voti a favore sono stati 7, quelli contrari 2.
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