Anno nuovo, vita nuova e, perché no, tasse nuove, ma sempre a discapito dei soliti noti. Chi? I risparmiatori.
Ormai sembra diventata una leggenda, un luogo comune, ma è così: a pagare sono sempre gli stessi. Non c'è il tempo per assimilare una tassa, che subito il Governo te ne rifila un'altra.
In particolare molti forse non sanno che da quest'anno la
tassa su prodotti e strumenti finanziari detenuti nel proprio
dossier titoli, incluso il conto deposito, è stata elevata allo 0,15% dallo 0,10% adoperato nel 2012, con un minimo di 34,20 euro per ogni dossier titolo posseduto anche su banche diverse. In questo modo si colpiscono anche i piccoli risparmi di famiglie che hanno suddiviso i propri averi tra più banche diverse. Tuttavia per i conti correnti con liquidità inferiore a 5.000 euro, l'imposta non è dovuta.
Si applica l'
imposta di bollo anche agli "estratti di conto corrente" con importi rispettivamente di 34,20 euro annui per persone fisiche e 100 euro per clienti diversi da persone fisiche. Va detto che l'imposta di bollo era già presente tra i costi di conto corrente, ma pensare che oggi tenere i soldi sul conto debba comportare un esborso rilevante, lascia davvero l'amaro in bocca. E la beffa sta proprio nelle ultime riforme, cioè quando ci è stato imposto di aprire un conto anche per ricevere un assegno... e poi una volta aperto te lo salassano.
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