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"Aiuto, mi hanno iscritto a ruolo!"

L'attività di riscossione dei tributi
"Aiuto, mi hanno iscritto a ruolo!" Alzi la mano chi non si è visto recapitare una cartella "firmata" Equitalia... Una multa non pagata, un contributo Inps non versato, un bollo auto dimenticato et voilà, l'ente creditore si rivolge ad Equitalia e subito si è "iscritti al ruolo", ovvero si è inseriti nella lista nera dei debitori.

Equitalia è una società per azioni per il 51% in mano all'Agenzia delle Entrate e per il 49% all'Inps, ed è incaricata dell'esercizio dell'attività di riscossione nazionale dei tributi operando attraverso società controllate. Il suo fine è quello di contribuire a realizzare una maggiore equità fiscale, dando impulso all'efficacia della riscossione attraverso la riduzione dei costi a carico dello Stato e la semplificazione del rapporto con il contribuente. Il suo motto è: "ogni euro recuperato è una risorsa ulteriore che mettiamo a disposizione della collettività, per migliorare la vita di tutti noi e per aiutare il nostro Paese ad essere più equo e più giusto".
Fin qui tutto ok. Ma ricevere una cartella esattoriale non e' mai "cosa da niente" o da prendere sottogamba, come ammonisce l'ADUC (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) sul proprio sito SOSonline.aduc.it. "Essa è infatti - spiega l'Associazione - un documento che dà la possibilità all'agente della riscossione, in caso di mancato pagamento, di agire in modi che la legge ha via via reso più potenti ed incisivi e di rifarsi sui beni del debitore con provvedimenti come il fermo amministrativo, l'ipoteca della casa od addirittura il pignoramento della stessa con successiva vendita coatta. La cartella, infatti, è un "titolo esecutivo" al pari di una cambiale impagata o di una sentenza divenuta definitiva."

Questo significa che se la cartella non viene pagata entro i 60 giorni indicati dall'Agenzia, ci si può ritrovare con la casa ipotecata o la macchina sotto fermo amministrativo. Ma niente panico, basterà "decifrare" quanto in essa contenuto per capire cosa fare, ed eventualmente opporre ricorso. Non che fare ricorso sia un gioco da ragazzi, attenzione!
Come hanno sottolineato molte associazioni di consumatori, per chi è convinto di essere nel giusto inizia un vero e proprio calvario. Il ricorso (si citano testuali indicazioni di Equitalia) deve "essere redatto in carta da bollo e contenere obbligatoriamente le seguenti indicazioni: la Commissione tributaria a cui ci si rivolge; il nome, il cognome (o la ragione sociale o la denominazione) del ricorrente (e, quando c'è, del suo legale rappresentante); la residenza (o la sede legale o il domicilio eletto); il codice fiscale; l'ufficio (o l'ente locale o l'agente della riscossione) nei cui confronti è proposto; gli estremi dell'atto impugnato (avviso di accertamento, provvedimento di irrogazione sanzioni, ecc.); l'oggetto della domanda (ad es. la richiesta di annullamento dell'atto); i motivi di fatto e di diritto idonei a provare la sua fondatezza; la sottoscrizione del ricorrente; la sottoscrizione del difensore, quando è presente, con l'indicazione dell'incarico conferito."

Ma non è finita!

"Il ricorso - si legge ancora - deve essere proposto direttamente alla controparte (Ufficio dell'Agenzia, Ente locale, Agente della riscossione) utilizzando, alternativamente, una delle seguenti modalità: notifica a mezzo Ufficiale Giudiziario, da effettuare osservando le disposizioni del codice di procedura civile; invio a mezzo servizio postale con plico raccomandato, senza busta, con avviso di ricevimento; consegna diretta all'ufficio finanziario (o all'Ente locale) che ha emesso l'atto contro il quale si ricorre. In tal caso l'impiegato addetto alla ricezione provvede al rilascio di ricevuta (...)"
Insomma, non è una passeggiata: si pensi ai costi da sostenere, i giri da fare, le ore di lavoro perse... A volte per cifre basse conviene mettere mano al portafogli senza battere ciglio!


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