Tornano in tutta Italia i
saldi estivi, uno degli appuntamenti commerciali più importanti e più attesi da consumatori e commercianti. I primi attendono da tempo di acquistare i loro capi preferiti con sconti eccezionali, mentre i commercianti sfruttano l'opportunità per raddrizzare gli esiti della stagione in corso e cercando di esaurire le giacenze accumulate durante l'anno.
Quest'anno si parte con una novità, infatti per la prima volta
la grande stagione degli sconti avrà un'unica data di inizio da Nord a Sud, sabato
2 luglio. I saldi dureranno circa due mesi durante i quali potremo finalmente comprare a prezzi d'occasione quello che abbiamo desiderato indossare ma che finora non abbiamo osato acquistare.
Che cosa si prevedePer quest'anno
non si prevede nessuna corsa all'acquisto, con le vendite che saranno sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno. Lo afferma il Codacons, che ha realizzato il consueto monitoraggio sulla propensione all'acquisto delle famiglie durante gli sconti di fine stagione.
Non ci sarà alcuna impennata delle vendite né corsa all'acquisto, spiega il Presidente Carlo Rienzi, e la spesa media degli italiani sarà in linea con quella del 2015, con uno scontrino medio che si attesterà attorno ai
67 euro procapite.
L'andamento degli sconti di fine stagione, tuttavia, non sarà omogeneo sul territorio e si registreranno forti differenze anche in base alla tipologia di esercizio commerciale.
Il commercio nelle regioni del sud Italia continuerà a soffrire anche durante i saldi, a differenza del centro e soprattutto del nord Italia, dove le vendite avranno un andamento migliore.
A cosa fare attenzioneIl conto alla rovescia è ormai partito per i saldi estivi 2016, ma a che cosa dobbiamo fare attenzione?
Innanzitutto
provare e controllare sempre i capi da acquistare, merce stagionale e non di magazzino secondo la legge, conservando lo
scontrino perché la
garanzia, anche per la merce in saldo, è valida per due anni dall'acquisto.
Un altro consiglio è quello di diffidare di sconti superiori al 50%: spesso si tratta di merce non proprio nuova o con qualche difetto e controllare sempre che sull'oggetto sia riportato:
- prezzo di origine non scontato
- percentuale di sconto applicata
- prezzo finale
Il Codacons ci ricorda, a tal proposito, che lo scorso anno
un commerciante su cinque ha gonfiato i prezzi per poter aumentare la percentuale di sconto ed invogliare i clienti all'acquisto.
E quando malauguratamente si verificano pratiche commerciali scorrette ci si può rivolgere alla
Polizia Municipale e segnalare il caso all'
Adiconsum.
Donne più attente agli sconti, risparmiano più degli uominiRisparmio e qualità sono le parole d'ordine delle donne italiane.
La tendenza femminile punta al risparmio anche se si tratta di abbigliamento ed anche di fronte a segnali di ripresa dell'economia. E' la fotografia scattata dall'Eurispes sulle donne, una volta solo mamme, mentre oggi si rivelano veri e propri manager della casa. Secondo l'indagine, di fronte alla crescente difficoltà di coprire le spese, l'82,7% delle donne italiane che hanno constatato una diminuzione del proprio potere d'acquisto, ha scelto di acquistare prodotti scontati
approfittando del periodo dei saldi. Outlet e grandi magazzini sono la loro meta preferita per il 78,2% a fronte del 74% degli uomini.
Liberalizzazione degli scontiIl
calendario dello shopping nazionale si configura sempre più, senza esagerare, come un lungo periodo di saldi che dura 12 mesi. A marzo spesso troviamo ancora i saldi invernali e subito dopo eccoci a parlare di saldi estivi, mentre nel periodo intermedio vengono proposti pre-saldi ai clienti più fedeli.
Di fronte a questo segno evidente della
difficoltà dei commercianti ad affrontare la crisi economica e al
ridotto potere d’acquisto delle famiglie, le associazioni dei consumatori propongono di rinnovare il meccanismo dei saldi e delle vendite promozionali liberalizzando il settore con una diversa regolamentazione che, eliminando i limiti imposti attualmente, possa rilanciare i consumi.
E’ aperto il confronto con
Confcommercio che, invece, non ritiene affatto utile la cancellazione delle regole con il rischio che questa
deregulation possa aggravare un comparto già in crisi, dove il più forte prevale sempre sulla piccola impresa.
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