La crisi ha colpito, in maniera piuttosto dura e trasversale, tutti i settori. Tranne uno che sembra davvero avere armi affilate non solo per schivare i colpi ma anzi per resistere registrando performances in continua crescita e, in generale,
superiori alla media.
Il settore luxury attrae infatti
clienti da tutto il mondo oltre che imprenditori desiderosi di utilizzare un modello di business che, quando viene applicato con successo, è davvero profittevole.
A confermare un trend più che positivo ci ha pensato l'ottava edizione dello studio annuale di
EY “
The luxury and cosmetics financial factbook”, che analizza appunto lo scenario del settore dei beni di lusso personali, a livello globale.
Un settore che non tradisce. Lo dicono come sempre i numeri.
Nel 2017, infatti,
ha raggiunto a livello globale un giro d’affari di 435 miliardi di euro e si prevede che supererà nel 2021 la soglia dei 500 miliardi, crescendo del 3%. Gli accessori (borse, scarpe e altri prodotti di pelletteria) continueranno a trainare la crescita nel segmento premium ed entry-to-luxury, all’estero come in Italia, anche se a velocità differenti. Le scarpe saranno il fulcro della crescita nel segmento lusso (+10% di CAGR-Il tasso annuo di crescita composto - atteso dal 2017 al 2021), mentre borse e altri prodotti di pelletteria sosterranno l’incremento del giro d’affari del segmento premium ed entry-to-luxury (+9% CAGR 2017-21), seguiti dall'abbigliamento.
Il lusso premia l’Italia - E quando si parla di lusso buone notizie anche per il nostro Paese.
L’Italia, infatti, detiene un primato: tra le cento principali aziende e i settori moda e lusso, 24 sono imprese dello Stivale. Non solo, tra le prime dieci aziende, la quarta è italiana ed è
Luxottica, leader nel design, produzione e distribuzione di occhiali con 29 brand da
Ray-Ban e
Oakley.
È quanto emerge dalla quinta edizione del Global Powers of Luxury Goods di Deloitte, lo studio che esamina l’andamento annuale dei protagonisti del settore del lusso a livello globale.
L'Italia, dunque,
è il primo Paese al mondo per numero di aziende operanti nel settore.
Ma complessivamente, le aziende italiane realizzano il 16% dei ricavi totali globali. Quindi,
sebbene l’Italia vanti il maggior numero di società tra le prime cento, il peso specifico dei gruppi italiani è inferiore a quello dei competitor internazionali.
Il dato medio del fatturato per le italiane si ferma qualche zero prima delle aziende americane e dei francesi, ad esempio.
Italia e Francia, regine incontrastate del lusso con la storica rivalità tra Roma e Parigi anche quando si parla di moda. In particolare, quella femminile.
Sul fronte export, ad esempio,
è proprio
la Francia il primo mercato di sbocco della moda femminile made in Italy con una quota dell’11,2%, salita leggermente, quest'anno, del +0,5.
A dirlo il bilancio preconsuntivo del 2018 elaborato dal Centro Studi di Confindustria Moda per SMI.
E proprio in quest'ottica, sono in tanti a chiedersi se le tensioni tra Roma e Parigi, con Salvini, Di Maio e Macron che si punzecchiano a vicenda da mesi ormai, fino alla mossa del Quai d'Orsay di richiamare l'ambasciatore, potranno avere ripercussioni negative sull'export Made in Italy.
(Foto: by Kris Atomic on Unsplash)
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