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Expo 2015: mille e non più mille

Milano ombelico del mondo
E' dalla fine del 2006 che in Italia si parla di Esposizione Universale, da quando cioè il Governo italiano, ignaro delle crisi che sarebbero arrivate negli anni a venire, decise di candidare Milano ad ospitare questo grande evento internazionale con il tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita".

Da lì alla vittoria trionfante su Smirne del marzo del 2008 il passo è stato breve. Allora, non pochi fantasticavano su questa nuova e avvincente sfida e tantissime erano le porte che, sulla carta, si sarebbero spalancate per Milano e in generale per il Bel Paese. Non che ora, a meno di mille giorni dall'inizio dell'evento che durerà in totale sei mesi, le porte si siano chiuse. Ridimensionate sì, però.

Perché nel frattempo l'economia globale è stata scossa da due crisi, l'ultima delle quali ha messo a dieta i bilanci di moltissimi Paesi. E con loro, l'Expo 2015.

Innanzitutto va ricordato che le esposizioni universali, essendo dei mega-eventi, sono potenti strumenti di riqualificazione urbana che portano benefici significativi alla città in svariati ambiti, come spiega la stessa Expo 2015 (società costituita dal Governo Italiano, dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Milano, dal Comune di Milano e dalla Camera di Commercio di Milano) sul proprio sito.

Shanghai 2010, che verrà ricordata anche per essere stata l'Esposizione più grande di tutti i tempi e che è ancora viva nella memoria collettiva, ne è la conferma lampante. Ciò che ha spinto la città meneghina a compiere il grande passo è stata la volontà di confermarsi come metropoli e "nodo mondiale", mettendosi al servizio della crescita del Paese. L'occasione è ghiotta, visto che si stimano 20 milioni di visitatori e circa 130-150 Paesi espositori, con l'organizzazione di 7.000 eventi culturali, di musica e spettacolo.
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