L'
accordo sancito tra i blocchi Opec-non Opec sta facendo tremare i prezzi del greggio ed anche i consumatori. Lo scorso week-end, infatti, i tredici
paesi esportatori che compongono il blocco Opec sono riusciti a raggiungere un compromesso con le nazioni che non ne fanno parte, Russia compresa.
Secondo l'intesa i paesi non Opec ridurranno la loro offerta di greggio di
558.000 barili al giorno, riduzione che si somma ai tagli che il blocco Opec aveva già stabilito fra i suoi componenti, quantificati in 1,2 milioni di barili.
L'accordo ha preso forma a seguito della constatazione di un progressivo crollo del prezzo del greggio partito nel 2014 e proseguito sino ad oggi: negli ultimi 2 anni
il prezzo dei barili è passato da 110 dollari a 30 dollari al barile, un guadagno considerato decisamente misero dai magnati dell'oro nero.
A meno greggio corrisponderà, secondo i piani delle potenze petrolifere più guadagno, ma sarà davvero così? Il Brent, ovvero l'Indice statunitense del greggio, conferma. A pochi giorni dall'accordo
il petrolio è tornato sopra i 50$ al barile, toccando quota 54$, ma si attende un ulteriore rialzo, che attesterà il greggio oltre i 60$.
In Italia ancora, il caro prezzi non si fa sentire. Sebbene tutte le compagnie abbiano già alzato il prezzo del greggio, si tratta di aumenti abbastanza esigui:
Eni ha aggiornato il prezzo aggiungendo 2 centesimi,
Total Erg 0,5 centesimi,
Ip 0,7 centesimi e
Q8 1 centesimo. Davide Tarabelli, presidente di
Nomisma Energia, fa sapere che gli aumenti più cospicui sono attesi nelle prossime settimane, aggiungendo al prezzo attuale ulteriori 5 o 6 centesimi.
Attualmente chi si recherà ad un self pagherà la benzina verde ad un prezzo compreso fra
1,494 euro/litro ed 1,513, mentre il diesel fra
1,346 euro/litro ed 1,369; il servito avrà un costo più alto: la verde sarà venduta fra 1,575 euro/litro e 1,687, mentre il diesel fra 1,434 euro/litro e 1,536.
Se è vero quindi che il prezzo della benzina salirà nei prossimi mesi è anche vero,
come conferma l'Unione Petrolifera italiana, che rispetto al 2015 il costo della benzina nel 2016 è calato. Quest'anno gli italiani sono riusciti a risparmiare ben 5 miliardi di euro, anche non se ne sono accorti. La ragione? Secondo l'UP è da ricercarsi nelle accise che costituiscono il 69% del prezzo finale della benzina ed il 65% di quello del gas.
Se il risparmio sulla benzina non è stato avvertito dai consumatori nel corso del 2016, di certo
si farà sentire nel corso del 2017 l'aumento delle bollette di luce e gas, valutato al 3% in più, causato dal blocco delle centrali francesi, dalle quali tuttora l'Italia si rifornisce.
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