Quote rosa nei CdAIl presidente dell'Europarlamento è stato uno dei sostenitori dell'iniziativa della commissaria alla Giustizia,
Viviane Reding, che ha chiesto ai governi di Eurolandia l'introduzione delle
quote rosa per la presenza delle donne nei Consigli di Amministrazione delle società. In Italia, solo da pochi giorni, il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il regolamento sulle "quote rosa" nei consigli di amministrazione e di controllo delle società pubbliche tricolore.
La
legge 120/2011 aveva stabilito che nei CdA e nei collegi sindacali, delle società quotate in mercati regolamentati, almeno un terzo dei membri dovesse appartenere "al genere meno rappresentato", dunque alle donne, e che per il primo mandato di applicazione della legge la quota dovesse essere pari almeno ad un quinto; per le
società quotate infatti è già stato adottato dalla
Consob l'apposito regolamento che disciplina la materia.
Il regolamento del Consiglio dei Ministri, approvato ultimamente, ha così esteso la disciplina sulla parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo anche alle
società pubbliche costituite in Italia, non quotate in mercati regolamentati, rinviando ad un successivo regolamento la definizione dei relativi termini e modalità di applicazione.
L'approvazione del regolamento di attuazione da parte del Consiglio dei Ministri consente di disciplinare in maniera uniforme, per tutte le società interessate, la vigilanza sull'applicazione della legge, le forme e i termini dei provvedimenti e le modalità di sostituzione dei componenti decaduti.
Le nuove regole consentono alle singole società a controllo pubblico di modificare i propri statuti per assicurare l'equilibrio tra i generi. Equilibrio che si considera raggiunto quando il genere meno rappresentato all'interno dell'organo amministrativo o di controllo ottiene almeno un terzo dei componenti eletti.
Una vittoria? Sembrerebbe più una sconfitta se ancora nel 2013, le donne per entrare nelle sale di bottoni hanno bisogno di una legge
ad hoc che le tuteli. Tuttavia a dispetto di tutto questo, le donne italiane non sembrano darsi per vinte anzi.
Secondo quanto rilevato dall'
ISTAT, nonostante la disoccupazione sia in continuo aumento con una situazione preoccupante come quella della disoccupazione giovanile che nel mese di agosto è arrivata a toccare livelli record al 40,1%, il mondo femminile ha dato uno schiaffo in faccia alla crisi.
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