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Le startup vero motore della crescita

Ora che l’Italia sta piano piano uscendo dalla crisi bisogna investire sull’innovazione, favorendo lo sviluppo di startup. Solo così possiamo ridurre il gap con il resto d’Europa e puntare dritti verso la ripresa

Per lo sviluppo bisogna puntare su tre leve: innovazione, internazionalizzazione ed accesso al credito. La ricetta è quella del Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, secondo la quale serve “innanzitutto innovazione per fare della UE un continente dove sia facile sviluppare startup e nuovi business, dove mondo della ricerca e sistemi della formazione siano in costante raccordo con il sistema delle imprese".

Le startup, dunque, dovrebbero essere messe al centro dell’attenzione del governo, anche perché ad oggi una su tre chiude dopo meno di quattro anni, dato davvero sconfortante se si punta su di esse per la ripresa economica. Secondo una ricerca condotta dalla Confederazione libere associazioni artigiane italiane (Claai) su dati della Camera di Commercio di Monza e Brianza, il fenomeno riguarda in misura maggiore la Lombardia, mentre Emilia Romagna e Toscana presentano dati più alti rispetto alla media. Bene invece la Sardegna, con le imprese nate negli ultimi 4 anni che tengono più che in altre zone d'Italia.

Si tratta di "un quadro desolante che dà la misura di quanto sia arduo realizzare velleità di impresa nel nostro Paese", ha dichiarato il segretario generale della Claai, Marco Accornero, aggiungendo che "a gravare maggiormente sulle startup è il peso fiscale insopportabile, unito soprattutto agli adempimenti burocratici che impegnano risorse ingenti dell'impresa e l'attenzione dell'imprenditore che invece sarebbero andate ad esclusivo interesse dell'attività". Le difficoltà di accesso al credito, poi, bloccano sul nascere lo sviluppo e gli investimenti, asfissiando di fatto le aziende giovani, ancora poco consolidate", ha precisato Accornero.
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