L’Italia non regge il confronto con l’esteroNaturalmente nessuno reggerebbe il confronto con la Silicon Valley, ma
l’Italia si trova parecchio indietro anche rispetto alle nazioni europee. La differenza tra noi e loro ce la spiega Gianmarco Carnovale, presidente di Roma Startup: “il comparto è valido, ci sono i talenti, ci sono le energie, ci sono i giovani che ci stanno credendo, ci sono gli incubatori e gli acceleratori privati", ma "la differenza tra le startup italiane e quelle francesi, tedesche o inglesi, è che dopo aver preso i primi due/trecentomila euro di investimenti di capitale di rischio, all'estero le startup trovano chi gli stacca un assegno di 5 milioni" e anche di più "per continuare a crescere", mentre "in Italia manca totalmente questo tipo di cultura".
"Se in Francia è disponibile 1 miliardo di venture capital – ha continuato Carnovale -, in Italia ci sono solo 30/40 milioni l'anno, abbiamo 1/20 delle risorse di investimento allocate su questo genere di imprese e questo rappresenta un gap enorme". "
Non è un problema di soldi pubblici, è un problema di cultura del paese, un paese in cui si investe nel mattone, nei titoli di Stato". Per questo "ho lanciato una proposta: obblighiamo per legge i gestori di risparmio", come i grandi fondi pensionistici, assicurazioni, "ad allocare l'1 per mille di quello che raccolgono in fondi di venture capital", in modo che "questa frazione vada a finanziare le nuove imprese innovative in Italia, che potrebbero essere le multinazionali che avremo tra 10 anni".
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