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Oltre la crisi. Sarà tutto come prima...

Boom dell'usato. Passeggiando fra le scintillanti vetrine del centro e nei più pregiati centri commerciali d'Italia, sembra quasi che la crisi non sia mai iniziata. Ci si imbatte in vetrine invitanti che richiamano alla mente vecchi schemi di marketing, agendo sui modelli e bisogni imposti dalla pubblicità o dal lucroso business della moda e dello spettacolo. Eppure, la società si muove convulsamente in una direzione opposta e vanno sempre più imponendosi strade alternative, quali il business dell'usato.
Per carità, non il tanto decantato "vintage" sponsorizzato da molte attrici hollywoodiane, che spesso e volentieri costa più del nuovo, ma un vero e proprio riciclo di abiti usati in buono stato. Un commercio che era inizialmente una prerogativa dei robivecchi o dei mercatini dell'usato, ma che trova ora spazio anche fra i negozianti.
Carta di credito E' il caso di "Birba", un negozio per bambini di Casalecchio di Reno (Bologna), che propone l'usato per le "piccole pesti" oltre ad un servizio di ritiro di capi usati, che vengono poi messi in conto vendita. Grande successo delle card raccogli punti, uno degli strumenti favoriti dalle casalinghe, che ogni "x" euro di spesa nei negozi di abbigliamento, vanno totalizzando punti utili per una raccolta premi e/o per ottenere buoni spesa o sconti presso i punti vendita di cui sono clienti.
Iniziative di questo genere hanno avuto una larga applicazione nel settore, sia presso i più piccoli dettaglianti, sia presso le grandi catene retail. Ad esempio, chi possiede una Coin Card o una Benetton Card ha, fra gli altri indubbi vantaggi, quello di registrare il proprio plafond di spesa e totalizzare punti utili per i premi di fine anno o per altri benefici economici.
Si tratta, in sostanza, di strumenti utilizzati dalle grandi catene sin dai primi anni '90, finalizzati ad un processo di fidelizzazione della clientela.

Nota dolente sono le rateizzazioni, uno strumento che sarebbe quanto mai utile di questi tempi, in una società ormai assuefatta alle finanziarie ed alle rateizzazioni. Praticamente oggi si rateizza tutto, anche l'acquisto del più piccolo elettrodomestico, o le palestre e, perfino, le cure estetiche.
Uno strumento che risulta però non accessibile al piccolo dettagliante, per la difficoltà di concludere qualsiasi tipo di accordo con le finanziarie. Le grandi catene, tuttavia, si sono mosse per tempo ed hanno lanciato sin dagli anni '90 delle vere e proprie carte di credito, tipo la Coin Card o le varie tipologie di Benetton Card, che consentono fra l'altro di optare per una rateizzazione degli acquisti. Il funzionamento è simile ad un qualsiasi bancomat o carta di credito: il loro costo è pressoché allineato agli standards delle banche; non occorre aprire un nuovo conto perché poggiano sul conto già in essere presso la propria banca di fiducia; offrono varie opportunità quali il pagamento a saldo (tipo carta di credito), in comode rate mensili (grazie ad un fido bancario) o senza interessi. Insomma un vero e proprio servizio finanziario garantito alla Coin da Fiditalia ed alla Benetton dal Servizio BankAmericard di Deutsche Bank.

Concludendo, qualunque sia il percorso o gli strumenti utilizzati una cosa è chiara: "oggi appare quanto mai necessario un totale ripensamento delle strategie nel settore retail dell'abbigliamento", che sembra attraversare crisi sempre più profonde con cadenze di circa un decennio.
Un auspicio per tutti coloro che operano nel settore è quello di entrare in maggiore sintonia con i mutamenti della società e degli stili di vita, specie dopo questa crisi che porterà, a detta degli analisti, ad un radicale mutamento dei valori.

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