TTIP: le statistiche sui benefici spesso non concordanoAl centro del dibattito, dunque, c'è la crescita economica a fronte del bene collettivo e dell'ambiente, anche se le statistiche non sempre concordano sui benefici. Secondo il
Centre for Economic Policy Research di Londra (CEPR), una famiglia media potrebbe riceverne benefici pari a 545 euro, visto che la nostra economia riceverebbe uno stimolo pari allo 0,5% del PIL – Prodotto Interno Lordo, o 120 mld di euro annui, una volta che l'accordo sarà pienamente attivato.
Tutt’altri i numeri presentati dal
Global Development and Enviroment Institute della
TUFTS University del Massachusetts, che parla di una perdita complessiva di posti di lavoro di 600 mila unità al 2025, molti dei quali in Europa del Nord, Francia e Germania, con una perdita di reddito pro capite per lavoratore che varia tra 3400-5500 euro. Si prevede una contrazione del PIL tra l’1-2% al 2025.
In tutto questo "bailamme" di numeri, fanno riflettere le dichiarazioni di
Lori Wallach, dell'Osservatorio sul commercio globale di Public Citizen, che ha pubblicamente detto: “conosco molti di questi lobbisti. Li ho sentiti dire: è fantastico che la crisi picchi duro i paesi europei, sono disperati. Hanno un tale bisogno di crescita che accetterebbero condizioni che non avrebbero mai accettato nel 1998, 2000 2005”.
I
negoziati sul trattato tra Unione Europea e Stati Uniti che sono attualmente in orso e che si svolgono lontano dagli occhi indiscreti di opinione pubblica e di Parlamenti, rischiano una fase di stallo.
Questo perché il presidente degli Stati Uniti,
Barack Obama, che riteneva l'intesa commerciale "uno strumento di aiuto anche per il Sud Europa che creerà posti di lavoro", è alla conclusione del suo secondo mandato alla Casa Bianca. Infatti, entrambi
i candidati alla presidenza degli Stati Uniti,
Donald Trump per il Partito Repubblicano ed
Hillary Clinton per il Partito Democratico, si dichiarano contrari al TTIP.
I vari
stati membri dell'UE guardano con scetticismo al trattato, preoccupati che possa diventare un potenziale strumento di dominio dell'Europa da parte dell'America.
Nonostante il voto a favore del cancelliere tedesco al trattato, anche
in Germania c'è una consistente quota di ostili, che fa capo soprattutto ai socialdemocratici.
Resta comunque il dubbio e la domanda finale che in molti si pongono è: il gioco vale veramente la candela?
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