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Fondi, Bankitalia: aumenta esposizione verso mercati obbligazionari italiani

Finanza
Fondi, Bankitalia: aumenta esposizione verso mercati obbligazionari italiani
(Teleborsa) - I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dall'attività dei fondi comuni italiani "si confermano nel complesso contenuti". Lo afferma la Banca d'Italia nel secondo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2024.

Nel secondo e nel terzo trimestre del 2024 il patrimonio dei fondi comuni aperti gestiti da società e gruppi italiani ha raggiunto 629 miliardi di euro, anche grazie a una raccolta netta positiva (circa 3,5 miliardi). Le sottoscrizioni nette nel comparto dei fondi obbligazionari, iniziate con il rialzo dei rendimenti di mercato, hanno più che compensato i deflussi netti negli altri segmenti. La raccolta netta ha continuato a essere negativa per i fondi che rispettano criteri di sostenibilità sotto i profili ambientale, sociale e di governo societario (environmental, social and governance, ESG).

Nella prima metà dell'anno è aumentata l'esposizione complessiva dei fondi italiani e dell'area dell'euro verso i mercati obbligazionari italiani; gli investimenti del comparto svolgono un ruolo rilevante soprattutto nel segmento delle società non finanziarie, di cui detengono circa un terzo delle obbligazioni in circolazione. La quota nel mercato di titoli di Stato è invece circa un decimo.

Tra gennaio e agosto il rischio di liquidità derivante da richieste di rimborso particolarmente elevate si è mantenuto stabile per i comparti non azionari; all'interno di questi il patrimonio dei fondi vulnerabili rimane su livelli bassi (1,9 per cento del totale). Un'analisi delle prove di stress di liquidità condotte dai gestori di un campione di fondi vulnerabili ha fatto emergere ambiti di miglioramento su modelli e scenari utilizzati, viene sottolineato.

A giugno del 2024 il patrimonio gestito dai fondi di investimento alternativi (FIA) mobiliari italiani ha superato i 50 miliardi (circa il 12 per cento del patrimonio dei fondi italiani), soprattutto grazie alla crescita del segmento dei fondi che investono nel capitale di rischio di imprese non quotate (private equity) cui è riconducibile pressoché la metà degli attivi. Gli investitori nei nuovi FIA mobiliari istituiti in questo periodo sono quasi esclusivamente italiani, principalmente assicurazioni e fondi pensione.

I rischi derivanti dal ricorso alla leva finanziaria da parte dei FIA mobiliari italiani si mantengono contenuti: la leva rimane su livelli bassi (108 per cento) e inferiori alla media dell'area dell'euro (122 per cento). La leva indiretta dei fondi di private equity, riconducibile all'indebitamento delle società controllate, è lievemente diminuita (al 53 per cento del patrimonio netto del comparto). Anche i rischi di liquidità restano limitati.
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