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La ripresina effimera della Spagna

La ripresa dell'economia spagnola viene presa come esempio dai cultori dell'austerity europea, ma non è tutto oro quel che riluce, perché la fame dilaga, soprattutto fra i bambini.

La fame dilaga sulle sponde del Mediterraneo

Questi dati scattano una fotografia decisamente più oscura della realtà socio-economica spagnola, un Paese che prima della crisi del 2007 vantava tassi di espansione ed un livello di benessere piuttosto elevati. Molti Paesi europei durante la crisi hanno dovuto porre rimedio (forse troppo velocemente) a squilibri ereditati dal passato, che hanno accelerato gli effetti della crisi, mettendo a repentaglio il tessuto sociale.

E' recente un allarme dell'Unicef sulla povertà infantile, che secondo gli ultimi dati Eurostat colpisce quasi 2,3 milioni di bambini, vale a dire il 27,2% del totale, con un aumento di 80mila minori rispetto all'anno prima.

Inoltre, il 14,4% dei bambini spagnoli vive in famiglie con un alto tasso di povertà (era il 13,7% l'anno precedente), mentre si contano ben 760mila famiglie con figli in cui nessun adulto lavora (46mila in più rispetto all'anno prima).

I dati Eurostat confermano così che l'infanzia è diventata la fascia di età più colpita dalla povertà nel paese iberico, con ripercussioni anche sui livelli di istruzione. Le voci di chi lavora con l'infanzia sono allarmanti: crollo dei livelli di attenzione ed apprendimento, casi ripetuti di malessere dovuto alla malnutrizione, svenimenti.

La crisi e le misure di austerity hanno via via peggiorato la situazione, così le famiglie si sono trovate prima a ricorrere a prodotti sempre più a basso costo, per far fronte a redditi sempre più modesti, poi a tagliare prima carne e pesce e dopo anche la frutta e la verdura. L'alimentazione per molte famiglie è ora piuttosto povera, a base di pasta e riso.

Il rimedio? Per ora molte scuole hanno deciso di rimanere aperte anche l'estate, proponendo corsi di vario genere agli alunni, con l'intento principale di garantire ai più disagiati almeno un pasto al giorno.

La situazione, però, va progressivamente peggiorando, perché le mense scolastiche sono divenute inaccessibili da molte famiglie, non in grado neanche di pagare la relativa quota, giacché i tagli alla spesa pubblica hanno progressivamente escluso larga parte della popolazione dagli esenti ed aumentato le relative rette.

Il quadro che emerge è drammatico e conferma che il Terzo Mondo non è poi così lontano, sepolto nel cuore dell'Africa o nelle favelas brasiliane.

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