L'Italia, i virtuosi e quel vizio di speculare tutto italiano
In Europa vi sono molti Stati che hanno saputo fare della gestione dei rifiuti un settore virtuoso, lucrativo e, soprattutto, rispettoso dell'ambiente. Alzi la mano chi non ricorda con quanto rammarico, durante una delle tante crisi dei rifiuti in Campania, si constatava come la Germania facesse business con i camion di spazzatura partenopea diretti verso i suoi inceneritori... Perché il popolo teutonico, assieme ad altri Paesi come Austria e Svizzera, hanno puntato moltissimo sui termovalorizzatori anche come fonte di energia.
Inoltre, aborrano il conferimento in discarica di rifiuti non trattati e le discariche esistono quasi solo per stoccare le ceneri dei termovalorizzatori o dei residui degli impianti di trattamento biologico e compostaggio che non saranno sanissimi, ma il potere inquinante è decisamente ridotto.
Purtroppo l'Italia è molti gradini sotto a quei Paesi per molteplici motivi. Innanzitutto perché le politiche del riuso e riciclo sono ancora lontane dall'essere attuate a regime. Se è vero che negli ultimi anni molte realtà locali e non si sono sforzate per attuare la raccolta differenziata, si è ancora lontani dagli standard ottimali.
Nel 2010 questo metodo riguardava circa il 32% dei rifiuti, spiega l'ISTAT, con enormi differenze tra Nord (dove si differenzia tra il 40 e il 47% dei rifiuti), Centro (28%) e Sud (21%) e tra città è città (in questo caso ci sono centri abitati del Sud, come Salerno e Avellino, dove viene superato il 60%).
Secondo quanto stabilito per legge, entro la fine del 2012 si dovrebbe arrivare al 65%, un target, questo, che sembra un po' utopistico.
In secondo luogo, lo smaltimento in discarica in Italia è il principale metodo di eliminazione dei rifiuti (vi finisce circa la metà) perché ritenuto semplice ed economico, ma anche molto lucroso. Per questo proliferano le discariche abusive, spesso connesse con attività malavitose e traffico illegale di rifiuti.
In terzo luogo, in passato lo Stato ha offerto grandi incentivi per favorire l'incenerimento. Bene, direbbero alcuni. Invece no, perché questo ha tarpato le ali allo sviluppo di altre modalità di smaltimento più rispettose dell'ambiente, come per esempio il riciclo. A tal proposito torna alla mente lo scandalo scoperto in Abruzzo nel 2010: politici locali avevano fatto pressioni e distribuito tangenti per abbassare gli obblighi di raccolta differenziata e destinare così più spazzatura all'inceneritore, voluto dall'allora Assessore alla Sanità, e ad eventuali nuovi impianti che sarebbero stati tali solo sulla carta.
C'è poi il caso del termovalorizzatore di Brescia, uno dei più grandi in Europa, proclamato nel 2006 "miglior impianto del mondo" dal Waste-to-Energy Research and Technology Council. Ebbene, nonostante queste ottime referenze, è un po' troppo grande per la provincia bresciana e così, per funzionare a pieno regime, deve reperire 200.000 tonnellate l'anno di rifiuti extra.
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