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Voglio essere perfetto: vado, mi rifaccio e torno

Le aziende chiudono, le cliniche prosperano
Capire come la chirurgia estetica sia ormai un business fiorentissimo è davvero facile, basta fare un giro sul web per scoprire una pletora di cliniche sparse per l'Italia. Non parliamo poi del moltiplicarsi di medici che la praticano con o senza cognizione. Perché come al solito siamo in Italia, e dal momento che la normativa è piuttosto scarsa, basta una laurea in medicina e l'abilitazione all'ordine dei medici per mettere le mani sui pazienti.

"Nel nostro Paese sono all'incirca un migliaio le persone iscritte alla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, la SICPRE, e che quindi potrebbero sulla carta esercitare la professione. Pur tuttavia, le persone che lavorano nel business del "ritocco" in Italia sono tra i tre ed i quattromila, da cui ne consegue che ci sono dai mille ai duemila professionisti del "ritocco" rigorosamente "improvvisati", ovverosia privi di specializzazione", si legge sulle pagine web di Adnkronos.

Ad aprile 2009 il Corriere della Sera parlava di un business da 140 milioni di euro, anche se di cifre ufficiali non ce ne sono. Sul sito italiaora.org si apprende, invece, che i soldi spesi in chirurgia estetica da inizio anno ammontano a 260 milioni e rotti di euro. Quanto guadagna un chirurgo estetico, invece, non è dato saperlo, ma non ci vuole la scienza occulta per immaginarlo!

Insomma, sembra che resistere alla tentazione di rimodellare i connotati per essere più belli, felici, sicuri e vincenti sia diventata cosa ardua. Ormai, poveri abitanti di Paesi pieni di benessere, siamo tanti Ulisse imperfetti in mezzo ad un mare di perfezione, attratti da sirene con filler e bisturi in mano! E i chirurgi estetici ringraziano...


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