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La crisi da avidità e la "grande fornace"

Il ruolo delle società di rating
Sistemati dunque i problemi produttivi, gli ingegneri possono dedicarsi ai problemi di natura commerciale e così facendo devono prendere atto che piazzare sul mercato una simile quantità di "prodotti sintetici", tra l'altro legati a doppio filo a mutui sempre più rischiosi, è obiettivamente difficile: servono con urgenza dei "compari" che aiutino il "piazzamento" senza però allarmare in nessun modo i mercati.

L'entrata nel business delle società di rating diventa a questo punto determinante: queste società, infatti, concedendo il loro "imprimatur", consentono ai nuovi prodotti, ancorché sempre più a rischio, di penetrare come "cavalli di Troia" non solo nei portafogli degli operatori specializzati, ma anche nei portafogli dei Fondi Pensioni e dei Fondi Comuni creati invece per gestire (con rischi minimi) gli interessi dei piccoli risparmiatori meritevoli di tutela (le categorie delle vedove e gli orfani dicono gli anglosassoni).

Il meccanismo funziona così bene che le società di rating continuano a marchiare i prodotti come buoni anche quando palesemente la situazione si sta deteriorando ed i prodotti tanto buoni non lo sono più.
Si ricorda, a questo proposito, che S&P e Moody's hanno declassato la Lehman da "emittente sicuro" ad "emittente insolvente" solo dopo che la banca americana aveva avviato le procedure di amministrazione controllata (con una discesa di 16 gradini in un solo giorno: la cosiddetta "caduta degli angeli").


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