A ben vedere, le tre righe appena riportate sembrano sostanzialmente riprodurre le parole di una disciplina di dieci precedente,con la sola aggiunta dell'ultima frase “
e quindi anche a titolo d'interessi moratori”. Eppure,hanno scatenato una serie di effetti a catena dagli esiti non proprio virtuosi. Infatti, è stata formulata una tesi giuridica, secondo cui
la pattuizione di interessi in un contratto di finanziamento è nulla qualora la sommatoria dei valori di interessi corrispettivi e moratori pattuiti con la Banca sia superiore al tasso soglia di usura. Con l'effetto dunque che le somme già versate alla Banca per interessi (corrispettivi o moratori che fossero) andranno restituite al cliente. Tale tesi ha, a propria volta, determinato il sorgere di numerose iniziative, anche di carattere commerciale, atte a promettere facili rimborsi di denari versati a titolo di interessi all'interno di contratti di finanziamento definiti per la gran parte illegittimi e 'drogati'.
Almeno una volta, vi sarà capitato, in radio, in televisione o per bocca di un amico informato, di sentirvi chiedere se avevate fatto controllare il vostro finanziamento perché probabilmente sarebbe risultato illegittimo. In molti, dunque, stuzzicati dalla prospettiva di un facile recupero di denari, per importi anche ingenti, si sono decisi ad investire in perizie econometriche, per verificare l'effettivo superamento del citato
tasso soglia, e in avvocati per patrocinare le cause volte rendere effettiva una simile prospettiva di recupero. Con il risultato che le aule dei Tribunali italiani sono state invase da azioni fondate sulla tesi sopra riassunta o dal contenuto similare.
"