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La Sanità pubblica prova a cambiare faccia

Nel frattempo cresce la sindrome dei nonni in fuga.

La Sanità pubblica italiana prova a cambiare faccia. Nel frattempo cresce la sindrome dei nonni in fuga

Che le cose in questo settore non andassero bene già lo sapevamo tutti, ma forse in pochi sanno che la spending review potrà essere in un certo senso di aiuto alla Sanità pubblica, specie se applicata nell'ottica della riorganizzazione di un sistema dimostratosi sinora fallimentare su quasi tutti i fronti.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, parlando del Patto per la salute, un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, ha dichiarato di voler ottenere 10 miliardi di risparmi in tre anni da poter poi reinvestire nella Sanità, in "infrastrutture, tecnologie e risorse umane". Ha spiegato che tanti sprechi sono ancora presenti nel "rapporto con le regioni. Nei beni e servizi possiamo razionalizzare la spesa pubblica in modo molto forte ricorrendo alle centrali uniche di acquisto". Il ministro ha poi parlato dell'e-health, l'informatizzazione del sistema sanitario che "a regime ci farà risparmiare 7 miliardi di euro". "Questa è la prima volta dopo molti anni che la Sanità entra in una nuova fase: ogni euro che risparmieremo sarà reinvestito in servizi ai cittadini, in ricerca, in innovazione. La filosofia è che la Sanità non è solo un costo ma anche un investimento", ha spiegato il ministro.

Grazie al Patto verranno passate in rassegna le strutture ospedaliere, eliminando le piccolissime strutture da 60 posti letto. Si guarderanno anche i singoli reparti ospedalieri, tagliando quelli meno affollati o inefficienti dal punto di vista delle cure. In cambio, fioriranno le cosiddette case della salute, vale a dire strutture che offriranno assistenza ventiquattrore, con un team di medici ed infermieri, per eseguire le visite e gli accertamenti meno complessi e smaltire la fila dei pronto soccorsi.

Il piano prevederà anche un controllo più penetrante sulle prescrizioni mediche, suggerendo ai medici in via immediata quali prestazioni saranno rimborsabili e quali no, quali saranno quelle opportune e quali quelle sconsigliate per età o patologia. Arriverà poi lo sconto sul ticket, che sarà garantito dalla riduzione degli esenti, che presuppone una nuova metodologia di calcolo basata sull'Isee piuttosto che sul reddito. L’Isee da solo non basta – ha detto la Lorenzin - perché c’è l’evasione fiscale e sugli esenti da reddito si rischia che paghino sempre gli stessi. Bisogna accertare chi merita veramente l’esenzione, perché magari è disoccupato, o per carichi familiari”.

Mentre la sanità italiana si riorganizza, sempre più cittadini decidono di dribblarla, optando per il privato oppure rivolgendosi all'estero.
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