Equitalia cambia veste: da mostro a ente per la riscossioneEquitalia finora ha fallito, perché non è riuscita a differenziare il trattamento tra chi evade con dolo e chi invece non paga per una serie di eventi sfavorevoli che gli sono caduti addosso con l'arrivo della crisi economica. Proprio per questo si è levato un
coro unanime che chiedeva ad alta voce di "sanare" Equitalia perché non si poteva più restare inermi a contare le vittime.
E' iniziato così un
cambio di strategia per il recupero delle cartelle esattoriali, con il decreto del fare, che è stato convertito in legge il 20 agosto scorso. Con questo decreto si vanno ad imporre dei vincoli all'azione di Equitalia, inserendo la possibilità di richiedere dilazioni di pagamento più prolungate, l'impignorabilità della prima casa e pignorabilità solo di un quinto dei beni produttivi, sospensione delle rate per il debitore in difficoltà, fine dell'aggio, riduzione degli interessi.
Ma vediamo nel dettaglio come di fatto si è deciso di venire incontro ai contribuenti in difficoltà. Con la conversione in legge del decreto sarà possibile
dilazionare i pagamenti dovuti all'ente fino a 120 rate, dalle 72 attuali, ma solo nel caso in cui si possa provare di essere in situazione di difficoltà connessa all'attuale congiuntura economica. E' già operativa invece la regola secondo cui la decadenza della rateazione interviene solo dopo il mancato pagamento di otto rate complessive, invece che di due consecutive.
Passando al divieto di pignoramento dell'abitazione principale si deve segnalare che tale restrizione è applicabile solo alla prima casa mentre per quanto riguarda il pignoramento dei beni indispensabili all'impresa o alla professione, Equitalia conferma che l'espropriazione nei limiti del quinto del loro valore è realizzabile solo se gli altri beni non sono sufficienti a coprire l'esposizione debitoria.
Nessuna modifica è stata fatta invece per le ipoteche, che possono essere ancora iscritte anche sull'abitazione principale, alla sola condizione che il debito a ruolo superi i 20 mila euro. L'Agente della riscossione, inoltre, non può iscrivere ipoteca nei confronti del contribuente che ha ottenuto la rateazione. L'ipoteca è iscrivibile solo se l'istanza è respinta o se il debitore decade dal beneficio della rateazione.
Da segnalare poi la decisione dell'Agenzia, presa a fine aprile, di bloccare i
pignoramenti dei conti correnti di lavoratori dipendenti o pensionati il cui reddito mensile non superi i 5 mila euro e solo come estrema misura in seguito al pignoramento presso il datore di lavoro o l'ente di previdenza. Per le procedure di pignoramento direttamente presso il datore di lavoro e l'ente previdenziale si procede invece secondo le regole tradizionali: un decimo dello stipendio sotto i 2.500 euro mensili, un settimo del totale tra 2.500 e 5 mila euro mensili e un quinto (corrispondente al 20%) per stipendi e pensioni che superano questa soglia.
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