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Sapere è potere

Franco svizzero, termometro dell'incertezza dei mercati
La caccia al franco svizzero è ormai aperta da giorni... anzi da mesi. L'allargamento del problema debito in Europa e i timori di contagio stanno facendo scappare gli investitori dagli strumenti più rischiosi, dirottandoli verso quelli considerati "più sicuri". Sul mercato valutario è il franco svizzero ad indossare la corona di valuta rifugio, sin dalla notte dei tempi. La divisa elvetica, infatti, viene ormai considerata il miglior bene rifugio di questo periodo storico insieme all'oro.

La presentazione è breve ma efficace: la valuta confederale è la sesta moneta più trattata nel mercato internazionale dei cambi (Forex) e la quinta in termini di riserve. Tale merito se l'è guadagnato nel corso della storia, visto che la politica estera della Svizzera è improntata alla neutralità da ben cinque secoli. Lo scudo crociato è considerato molto forte grazie anche ad un governo stabile e ad un'economia tra le più prospere al mondo, con conti pubblici in perfetto ordine e un tasso di disoccupazione appena al 3%. Il surplus nel conto delle partite correnti, inoltre, sta ad indicare che il Paese non necessita di capitali esteri per finanziare il deficit commerciale.

Ogni giorno il franco svizzero registra nuovi massimi storici contro le principali divise internazionali, sintomo dell'avversione al rischio degli investitori in un momento in cui si teme per la ripresa economica mondiale. Calcolatrice alla mano possiamo evidenziare come il cambio EUR/CHF abbia perso nell'ultimo anno il 15% del proprio valore (il 6,6% da inizio 2011) mentre quello USD/CHF ha lasciato il 22% (il 12% da inizio anno).

Stando a questi ritmi di deprezzamento, gli esperti ipotizzano che il rapporto euro/franco svizzero possa arrivare addirittura alla parità mentre il rapporto con il dollaro possa scivolare sino a 0,70. Questi livelli, però, potrebbero provocare delle ripercussioni sull'export elvetico, anche se la Banca Nazionale Svizzera (BNS) non ha ancora messo in atto nessuna mossa per frenare la corsa della valuta confederale, dichiarando di non aver in mente alcuna misura di contenimento del rialzo. Lo scorso anno la Banca Centrale, alle prese con lo stesso problema, aveva deciso di effettuare acquisti massicci di euro senza però ottenere alcun risultato rilevante.

La debolezza di euro e dollaro va considerata anche rispetto allo yen, valuta alternativa al franco svizzero in quanto a stabilità. Nell'ultimo anno il biglietto verde si è deprezzato del 9% nei confronti dello yen e del 3,5% da inizio 2011. La moneta giapponese ha destato minore interesse degli investitori negli ultimi mesi, poiché il Giappone ha dovuto fare i conti con la crisi nucleare, non ancora del tutto risolta, provocata dal terribile terremoto e dal successivo tsunami dell'11 marzo scorso.



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