Chi partecipa per primo al salvataggio della banca?Potranno dormire sonni tranquilli coloro che hanno sui propri conti correnti bancari somme inferiori a 100.000 euro, fino a quella cifra infatti i depositi sono protetti dal Fondo di garanzia, mentre
la parte eccedente i 100.000 euro rimane a disposizione per contribuire al salvataggio della banca.
Esiste anche un ordine di priorità nel piano di salvataggio dell'istituto: i primi a dover intervenire in aiuto saranno gli azionisti della banca, poi i detentori di altri titoli come le obbligazioni e infine i correntisti, persone fisiche e piccole e medie imprese con la loro liquidità, ma solo per la parte che eccede i 100.000 euro. In pratica a sostenere prima di tutti le eventuali perdite o la conversione in azioni sarà chi investe negli strumenti finanziari più rischiosi.
Anche lo Stato potrà intervenire per salvare la banca dal default, ma solo dopo che azionisti e creditori avranno pagato l'8% delle passività totali dell'istituto.
Si può evitare il rischio di compartecipazione?Sarà fondamentale d'ora in avanti per tutti gli investitori che si faccia molta attenzione, nel momento della
sottoscrizione di investimenti bancari, che l'istituto fornisca nel dettaglio tutte le informazioni necessarie, ma soprattutto che offra sempre, come prima opzione, certificati di deposito coperti dal Fondo di garanzia invece di obbligazioni soggette a bail-in.
Chi possiede obbligazioni bancarie, infatti, potrebbe veder convertito in azioni, o anche ridotto parzialmente o totalmente, il proprio credito nel caso che le risorse dei soci azionisti non siano state sufficienti alla copertura delle perdite e alla ricapitalizzazione della banca in dissesto.
E' bene ricordare, inoltre, che non partecipano al bail-in coloro che detengono titoli di Stato e investimenti di azioni o obbligazioni che non siano della banca in crisi, così come sono escluse le passività garantite (ad esempio covered bond), pensioni e salari dei dipendenti.
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