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TFR in busta paga, rischio o beneficio?

La mossa del governo di aumentare la busta paga dei lavoratori tramite il versamento del TFR è un provvedimento a costo zero per lo Stato, ma a conti fatti è un vero vantaggio per il dipendente?

Vantaggi di avere il TFR in busta paga...

Partiamo dal presupposto che comunque stiamo parlando di denaro che già appartiene al lavoratore, e che attualmente viene solo accantonato, l’anticipo di parte del TFR in busta paga certamente comporterà un aumento dello stipendio per tantissimi lavoratori, senza però aspettarsi grandi cifre. Per un lavoratore X che guadagna 1.500 euro netti al mese, il riscatto del TFR comporterà un incremento del salario pari ad oltre 90 euro al mese.

…. e l’altro lato della medaglia

Il lavoratore che decidesse di incassare nell'immediato il TFR dovrà tenere in conto il fatto che avrà una liquidazione o una pensione integrativa più bassa a fine carriera. Prendiamo lo stipendio dello stesso lavoratore X precedentemente utilizzato, pari a 1.500 euro netti al mese; in tal caso, se il nostro lavoratore X si facesse liquidare per 36 mesi il TFR sullo stipendio, andrà a perdere 5/6 mila euro di liquidazione e circa 35/40 euro al mese di pensione integrativa.

Naturalmente anche le imprese hanno i loro problemi ed infatti, quelle piccole imprese, che constano di meno di 50 dipendenti attualmente trattengono per sé quote del TFR che spetterebbero ai lavoratori, con l’impegno però di pagarle al dipendente molti anni dopo. Così facendo, oggi, gli accantonamenti del TFR per queste piccole imprese possono rappresentare una "riserva" di denaro da utilizzare per la gestione ordinaria.
Ciò significa che se parte del TFR verrà trasferito sugli stipendi dei dipendenti, molti piccoli imprenditori potrebbero trovarsi a corto di liquidità.

A "mettere una pezza" al tutto sembrerebbe averci pensato il governo, stringendo un accordo con l’ABI per cui le banche erogheranno prestiti alle aziende senza nessun onere aggiuntivo per queste ultime; per cui i prestiti sono garantiti dallo Stato che ha messo da parte a tale scopo 100 milioni di euro.

Va infine ricordato, però, che sarà preclusa ad alcune categorie di lavoratori la possibilità di avere il TFR in busta paga, come nel caso di milioni di dipendenti pubblici per i quali non è previsto il Trattamento di fine rapporto, ma un’altra indennità di buona uscita chiamata TFS ovvero Trattamento di fine servizio e che viene calcolata con modalità differenti.
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