Risparmiare vuol dire anche razionalizzareLe famiglie italiane sono ormai allo stremo, poiché hanno dovuto affrontare
cinque lunghi anni di stagnazione, che tradotto in parole semplici vuol dire sacrifici e difficoltà. Sono consapevoli però che il miglioramento è lontano e che dovranno ancora affrontare un lungo periodo "nero". Proprio per questo preferiscono risparmiare, per avere una certa solidità in momenti di crisi mentre in passato sceglievano di spendere tutti i risparmi per mantenere inalterato il proprio stile di vita. Negli ultimi 3-4 anni, infatti, è lievemente scesa la percentuale di coloro che ha visto diminuire le proprie riserve di denaro, mentre solo il 7% dichiara di aver incrementato lo stock di risparmio.
Per forza di cose risparmiare è diventato sinonimo di
razionalizzare. Il consumatore è diventato via via più selettivo, consapevole che consumare più del necessario non è più un elemento per distinguersi in meglio.
I settori dove i tagli sono stati maggiori appartengono soprattutto allo svago, ossia ai viaggi, al cinema e al teatro e al ristorante, mentre cali meno drammatici si sono registrati per i prodotti alimentari.
L’Italiano oltre alla buona tavola non può fare a meno del telefonino e dell’auto e questo lo si legge chiaramente nelle statistiche sui consumi. In un unico ambito però non siamo tanto disposti a ridurre i consumi: quello dei
medicinali, soprattutto tra coloro che hanno importanti difficoltà a mantenere il proprio tenore di vita.
Visto che di pessimismo ce n’è ormai troppo, guardiamo l’altro lato della medaglia. La crisi ha spinto tutti a razionalizzare le proprie scelte d’acquisto, inclusi coloro che non hanno particolari problemi di spesa, rendendo il consumatore più maturo e soprattutto più attento a evitare lo spreco.
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