Le società che producono più armiIl più grande fornitore di armi al mondo, sempre secondo il SIPRI, è la statunitense
Lockeed Martin. Nella top ten solo tre società (la britannica
BAE Systems che è seconda, l'europea
EADS al settimo posto e l'italiana
Finmeccanica che è ottava) non sono statunitensi.
L'Istituto di Stoccolma ha calcolato inoltre che le vendite complessive di armi e servizi militari delle 100 maggiori società hanno confermato un trend rialzista, seppur di poco.
La lunga lista dei trattati sulle armiSono ormai decenni che molti Paesi firmano trattati per controllare e, a volte, limitare questo immenso business. Tra i più noti, il
Protocollo di Ginevra del 1925, che vieta l'uso di gas asfissianti e velenosi. Il più recente è l'
Arms Trade Treaty, il Trattato sul commercio globale di armi (ATT) elaborato dall'ONU che mira a regolamentare il commercio internazionale di armi e munizioni.
L'Italia è stato il quinto Paese al mondo ad averlo ratificato dopo Islanda, Antigua, Guyana e Nigeria. Il via libera del Senato risale al 25 settembre 2013, dunque ora l'ATT è legge. Da sottolineare la solerzia del governo tricolore: il Trattato è infatti entrato in vigore il 3 giugno al Palazzo di Vetro dell'ONU. Perché diventi vincolate, comunque, deve essere ratificato da almeno 45 Stati e a giudicare dalle adesioni, non tutti i Paesi che lo hanno firmato sembrano avere particolare fretta.
Le banche armateCapitolo a parte per le cosiddette "banche armate", come sono stati soprannominati quegli Istituti di credito coinvolti nella vendita a Paesi terzi di materiale bellico di aziende nazionali. Le banche armate sono tra le prime della "lista nera" dei movimenti pacifisti, secondo i quali non si farebbero scrupoli a finanziare il business per gli alti compensi che derivano da questo tipo di intermediazioni.
Ad ogni modo, le loro transazioni sono tutt'altro che segrete e possono essere estrapolate dalle relazioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Secondo l'elaborazione di Nigrizia, il business delle banche armate si concentrerebbe tutto nelle mani di pochi istituti, capeggiati da
BNP Paribas. Seguono
Deutsche Bank, Unicredit e Barclays.
Chi ha venduto a chi?Le (poche) statistiche ufficiali sul commercio di armi e affini dicono senz'altro molto su quanto la posta in gioco nel business delle armi sia alta, ma non rispondono a molte domande che i movimenti pacifisti, ma anche i comuni mortali, si pongono da anni a più riprese.
Un esempio su tutti:
da dove proveniva il gas sarin usato nella strage in Siria lo scorso 21 agosto? Alcuni media dicono che sia stata la Gran Bretagna a vendere gli agenti chimici usati per fabbricare i razzi della morte. Tuttavia la notizia è stata riportata fugacemente da pochi organi di stampa, sparendo silenziosamente così come è stata diffusa. Che sia vero o no, l'impressione è il commercio di armi è, per molti aspetti, qualcosa che si fa ma non si dice.
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