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L'incrocio pericoloso tra Tobin tax e bolli. Come difendersi

Tobin Tax, bolli e tasse.

Differente invece è il sistema di tassazione sui prodotti finanziari derivati

L'imposta sui derivati entrerà in vigore dal 1° luglio 2013, ma l'aliquota varierà per tipo di strumento (future, covered warrant, opzioni, etc) e sarà scaglionata sul valore delle transazioni. La Tobin tax sarà applicata sia su operazioni di acquisto sia su operazioni di vendita indipendentemente dalla chiusura delle stesse operazioni in giornata o meno.

L'imposta sarà applicata in una somma fissa sul compratore e sul venditore per un importo che varia tra un minimo di 1,8 centesimi di euro e un massimo di 200 euro secondo il nozionale (valore della transazione) e la tipologia di strumento utilizzato.

A tal proposito, si evidenzia l'incidenza della Tobin tax sul Future FTSE MIB. In particolare, con un Future FTSE MIB che presenta un valore inferiore a 100.000 euro (20.000 punti indice) la Tobin tax risulta pari a 0,75 euro per il compratore e 0,75 euro per il venditore che scambiano un contratto future, mentre con un Future FTSE MIB avente un valore superiore a 100.000 euro (20.000 punti indice) la tassazione sale a 3,75 euro per singolo contratto scambiato. Quest'aspetto è molto importante perché potrebbe spostare l'attenzione degli operatori su Future che hanno come sottostante indici esteri (es: Dax) e una Tobin tax pari a zero.
Infatti, sono esclusi dalla tassazione i derivati sulle azioni e sugli indici esteri (es: Future Dax), così come le compravendite di obbligazioni, di titoli di Stato, di valute, Etf e Etc.

Inoltre per ridurre le operazioni di High frequency trading è stata introdotta un'aliquota dello 0,02% sul controvalore degli ordini, annullati o modificati, quando superano il 60% di quelli completati. Si tratta in questo caso di investitori professionisti che immettono ordini di acquisto o di vendita nell'arco di pochi minuti o secondi (con obiettivi speculativi) che spesso vengono annullati. Il prelievo scatterà quando il numero di operazioni annullate supera il 60% di quelle realmente concluse.

Insomma se il 2012 è stato l'anno del debutto dell'IMU, il conto del 2013 per le tasche degli italiani sarà anche più pesante!
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