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Una casa confortevole ed efficiente? Con la bioedilizia si può

Norme, costi e ammortamenti
A livello normativo la Comunità Europea si è mossa con la direttiva CEE 2002/91/CE, fornendo le linee guida per la realizzazione di progetti di edilizia sostenibile. In Italia la direttiva è stata recepita a livello centrale, ma molte province latitano ancora.

La prima regione ad averla messa nero su bianco è il Trentino, con la provincia di Bolzano che ha istituito e accreditato l'agenzia CasaClima, primo organo certificatore pubblico indipendente e punto di riferimento per le qualificazioni energetiche degli edifici, al quale cercano di uniformarsi quasi tutte le province che hanno o stanno definendo un piano in materia.
Comunque, solamente il Nord Italia si è impegnato in maniera adeguata ad emanare leggi che "costringono" i costruttori a realizzare nuovi edifici che si basino sui principi della bioedilizia.

A livello fiscale il legislatore ha cercato di incentivare sia il pubblico che il privato alla realizzazioni di opere "eco" attraverso una detrazione IRPEF del 55% per gli interventi di green building, da effettuarsi in 10 anni, ed in alcuni casi con l'IVA agevolata al 10%. Attualmente possono essere portate in detrazione tutte le opere per il miglioramento energetico degli edifici esistenti quali climatizzazione, cappotto termico, tetto ventilato e finestre. Per le nuove costruzioni vale lo stesso criterio ad eccezione delle spese per la realizzazione della casa, come per esempio strutture in cemento armato e progettazione.

Ma, numeri alla mano, cosa ci guadagna l'utente finale?

Una casa in bioedilizia può far risparmiare anche l'80% dei costi rispetto ad un edificio non certificato. I costi di realizzazione, invece, sono superiori di circa un 20% e comunque variano in base alle soluzioni adottate. Esistono per esempio mattonelle ed altri materiali certificati con un basso indice di trasmittanza, che hanno un'ampia forchetta di prezzo. E comunque, come per tutte le cose, non è raro imbattersi in chi specula sulla buona fede dei committenti.

Più soggettivi e meno prevedibili, invece, i tempi di ammortamento dell'investimento. In media, a livello impiantistico, la spesa per la sostituzione di un sistema di riscaldamento per una villa di circa 200 metri quadri con uno a condensazione (o geotermico o con pannelli solari termici + fotovoltaici), considerata la detrazione del 55%, viene ammortizzata in media dai 5 ai 7 anni.

Molti operatori del settore fanno notare, tuttavia, che se non ci fosse la detrazione IRPEF non converrebbe installare impianti ad alta efficienza. Da rilevare, poi, che attualmente la vita media degli impianti (caldo/freddo) si è ridotta. Una previsione ottimista della durata di un impianto è di circa 12-15 anni. Capitolo a parte il fotovoltaico, dal momento che le rese aumentano di anno in anno grazie al miglioramento dei materiali che "catturano" i raggi solari.



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