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Con la cedolare secca arrivano i saldi... fiscali

La ratio: far emergere gli affitti in nero
La ratio che è alla base del provvedimento del legislatore è stata di introdurre una "tassazione agevolata" per far emergere gli affitti così detti in nero, visto che, spesso, per i piccoli proprietari, diventava troppo gravoso aggiungere i redditi derivanti dagli affitti al proprio calcolo dell'Irpef. Con il vecchio metodo di calcolo era, infatti, molto facile per il contribuente arrivare nella fascia di aliquote più alte. Con il regime della cedolare secca il problema viene risolto alla base, visto che sono state previste due aliquote: 21% per i contratti a libero mercato, 19% per i canoni "concordati" dove per "concordati" si intende derivanti da accordi tra le associazioni di inquilini e proprietari nei Comuni ad alta densità abitativa.

Nel regime Irpef, che è stato in vigore fino ad ora, e che di fatto potrà ancora essere scelto, i redditi sottoposti a tassazione sono differenziati e le imposte che ne derivano vengono applicate sull'85% del canone per i contratti liberi e sul 59,5% per i contratti concordati.

Quindi per calcolare la convenienza andrà confrontata l'aliquota della cedolare applicata all'intero canone con l'aliquota Irpef applicata ad un imponibile ridotto. La conseguenza è che per i canoni concordati, potrebbe restare più vantaggiosa la vecchia e cara Irpef.



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