Variabili qualitative e andamentali
Il secondo messaggio da inviare, strettamente connesso al primo, è che l'applicazione di Basilea, se interpretato correttamente, porta ad esaltare, non a mortificare l'aspetto relazionale. Il modello, infatti, tende a spingere imprenditore e gestore della relazione ad un confronto volto ad individuare quei comportamenti che, influenzando positivamente il rating, possano portare a risultati interessanti sia per l'impresa (miglior pricing applicato), sia per la banca (minor assorbimento di patrimonio di vigilanza).
Da evidenziare, tra l'altro, che questo confronto assume notevole rilevanza nei momenti di grave crisi in quanto le componenti più matematiche e più "intransigenti" che compongono il rating (dati di bilancio e della centrale rischi) tendono a registrare con precisione il manifestarsi dei sintomi di degrado, ma spesso non riescono ad evidenziare nè le pesanti responsabilità della congiuntura, nè la presenza di situazioni particolari.
Per compensare questi effetti "prociclici" diventa a questo punto fondamentale dedicare molta attenzione a quelle variabili che concorrono a formare "il lato umano del rating" ossia le variabili
"qualitative" che cercano di individuare le peculiarità insite nell'azienda e nell'imprenditore, e le variabili
"andamentali" che leggono con grande attenzione la "quotidianità" del rapporto instauratosi tra banca ed impresa.
E queste variabili, come noto, ricadono a pieno titolo nel "raggio di azione" del gestore della relazione. Se a tutto questo si aggiunge che, a livello di piccole-medie imprese, le citate componenti
"relazionali" pesano quasi per il 70% nella formazione del rating contro il 20% dei dati di bilancio ed il 10% della Centrale Rischi, risulta piuttosto evidente come l'accettazione e quindi il corretto funzionamento del modello di Basilea dipenda proprio dai successi ottenuti sul "fronte interno" ed in particolare dalla capacità dei soggetti coinvolti di passare da una interpretazione del modello piuttosto
"meccanicistica" ad una interpretazione più relazionale e quindi decisamente più "umana".
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