Ebbene, solo considerando:
- da un lato i vantaggi psicologici dei Fondi Attivi, che hanno un loro rilevante valore economico soggettivo per ogni investitore, che va aggiunto alle performance dei Fondi Attivi;
- dall'altro lato i costi "nascosti"(vedasi tabella) degli Etf, quali: costi di negoziazione di acquisto e di vendita, costo da spread denaro-lettera, costi bancari amministrativi e dossier titoli, costo fiscale aggiuntivo, costo da tracking error, costi cognitivi, che vanno tolti dalle performance degli Etf
si può fare un confronto omogeneo e corretto fra Fondi Attivi ed Etf.
L'analisi del Corriere Economia del 15 febbraio 2010, riporta i seguenti dati:
- Fondi Attivi Azionari: Fondi sopra il benchmark 53%
- Fondi Attivi Obbligazionari e Monetari: Fondi sopra il benchmark 60%
Queste percentuali dicono, considerando il solo rendimento economico, che ci sono oltre 2.500 Fondi Attivi che sono per gli investitori più vantaggiosi rispetto agli Etf.
Però questi dati e percentuali non corrispondono alla realtà.
Infatti, se le performance dei Fondi Attivi vengono aumentate del valore economico attribuito ai "vantaggi psicologici" e le performance degli Etf vengono ridotte dei "costi nascosti", i Fondi Attivi che battono gli Etf passerebbero a ben oltre l'80%, che porterebbe ad oltre 4.000 i Fondi Attivi che sono per gli investitori più vantaggiosi rispetto agli Etf, il che la dice lunga sulle vantaggiosità e profittabilità per gli investitori di avvalersi dei Fondi Attivi anziché degli Etf.
Va da se che gli Etf sono strumenti per gli investitori Professionali, Istituzioni, Fondazioni, Fondi Pensione, Gestori, per le loro politiche di diversificazione degli investimenti.
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