Sarebbe il caso di disfarsi di questi ricordi, che poco hanno a che vedere con il giudizio storico sulla breve Presidenza di Kennedy, anche se questa commemorazione sembra ancora tutta costruita sul gossip, le immagini di
Marylin Monroe, quelle delle segretarie-presunte-amanti-che-scrivono-biografie-per-fare-soldi-quando-sono-tuttti-morti-e-tanto-nessuno-può-smentirle,-perchè-a-letto-col-Capo-non-ci-sono-mai-andate. E quelle della moglie
Jacqueline, della coppia presidenziale che assiste alla regata.
Kennedy rimase prigioniero della Storia, quella di un'America che a
Yalta aveva sbagliato i conti, puntando sulla
Cina nazionalista di Ciang Kai-shek, mentre
Mao Tse-tung con la Lunga marcia cambiò lo scenario: invece di trovarsi un alleato che avrebbe dato del filo da torcere ai giapponesi sul piano economico e bloccato l'espansionismo dell'Impero sovietico, ci si era ritrovati con un altro impero comunista da controllare. Così, in Corea e Vietnam, l'America rimase impigliata per anni.
Kennedy fu incapace di dominare gli interessi meno commendevoli: chi è stato a
Cuba, visitando l'Avana, sarà rimasto senza parole di fronte al Casinò costruito ai tempi di Batista, una rovina che ancora giganteggia su una collina prospiciente il mare, ed a cui si poteva accedere direttamente con gli Yacht. Domina l'insenatura, come una reggia degna di Ceausescu. Ospitava chi voleva giocare forte, venendo da Miami, naturalmente: una Montecarlo senza la dignità dei Ranieri di Monaco, meta di biscazzieri e sede di traffici illeciti. Non capì, Kennedy, che la rivolta di Castro aveva un senso civile, di ribellione rispetto a quella situazione. Divenne così una rivolta comunista, con
un embargo economico che ancora oggi dura.
Fu invece
Nixon a chiudere la partita militare, a mettere le basi per un nuovo rapporto con la Cina, a dichiarare al mondo che il dollaro non era più convertibile. Disse la verità: l'America aveva pagato per anni con una moneta di carta, e quella sola sarebbe rimasta per sempre nei forzieri delle Banche centrali che invece reclamavano l'oro.
Nixon no, non ebbe lo stesso favore della stampa, il suo volto era scurito a bella posta nelle foto, mai fresco di rasatura. Già, chi avrebbe mai comprato un'auto usata da quell'uomo, con quella faccia? Ebbe l'onta del Watergate, fu costretto alle dimissioni. Una morte civile, ancora più crudele. A lui nulla fu perdonato: non aveva una Famiglia alle spalle.
Potenza dei media, già allora. Kennedy e Nixon, due pesi e due misure, in una confusione mediatica che impedisce di distinguere tra ricordi e storia. Ricordi veri, di una storia ancora tutta da scrivere.
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