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Brain Drain: cervelli in fuga

Ogni anno migliaia di neo-laureati scelgono di migrare verso un paese estero, cambiando radicalmente vita, in cerca di un lavoro.

La ricerca di un lavoro e il tenore di vita

Primo elemento: la ricerca di un lavoro. "Bene, ho una laurea, ed ora?", è la domanda che si pongono la maggior parte dei neo-laureati, italiani e non. La ricerca di un lavoro comincia, il più delle volte, sin da subito. Iniziano i colloqui, tanti "le faremo sapere", pochi "possiamo iniziare". Abbiamo infatti uno tra i più alti tassi di disoccupazione giovanile in Europa, supera la soglia del 40%.

Di chi è la colpa? Potrebbe essere colpa delle continue gonfiate pensionistiche degli ultimi anni, della crisi mondiale, degli scarsi investimenti in ricerca ed innovazione, molti invece si scagliano contro i laureati stessi, contro la loro poca voglia di fare e di mettersi in gioco. Ma come ci si può mettere in gioco se non si ha nemmeno la possibilità di farlo? Come racconta Laura, venticinquenne laureata in comunicazione, che ha venduto la sua moto per partire alla volta di Sidney; in Italia, nonostante le estenuanti ricerche, avere un lavoro è un lusso per pochi. La decisione di cambiare l'ha avuta quando, dopo aver contattato datori di lavoro australiani, ha iniziato a ricevere molteplici risposte e richieste di incontri. Ora ha tre lavori, e finalmente non si sente più dire: "Sei fortunata ad averne uno".

Ma se già trovare lavoro è difficile, trovarne uno con uno stipendio decente è un miraggio.

Secondo elemento: il tenore di vita. Vari studi confermano: Italia uno dei fanalini di coda anche per quanto riguarda gli stipendi.

Secondo un'indagine retributiva del 2011, condotta dalla Towers Watson su un campione di 150.000 dipendenti, i giovani italiani freschi di laurea guadagnano in media 23.500 euro lordi. In Germania invece ne guadagnano ben 43.000, ossia l'83% in più. Va comunque meglio anche in Inghilterra ed in Francia, dove i salari medi lordi per i nuovi assunti sono rispettivamente di 29.200 euro e di 29.000 euro, ossia circa il 25% in più. A cinque anni dalla laurea, la situazione resta sempre la stessa. A dispetto dei 33.000 euro lordi dei laureati nostrani, ve ne sono 60.000 per i tedeschi, 40.900 per gli inglesi e 40.000 per i francesi.

Questa tendenza al ribasso è stata confermata anche da un più recente studio dell'OCSE, secondo il quale, nei paesi appartenenti alla stessa, il salario medio per un lavoratore con titolo di studio terziario è più alto rispetto al nostro di ben 500 euro mensili.

Spesso, dunque, basta solo dare un'occhiata alle offerte all'estero per decidere di partire.
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