I controlli e la normativa
Se il business dell'acqua in bottiglia non ha conosciuto crisi nel 2009, sarebbe utile capire cosa è accaduto nel 2010 e quest'anno, perché l'economia non accenna a ripartire, le famiglie hanno sempre meno soldi in tasca ed anche il carrello della spesa inizia progressivamente a svuotarsi.
Da alcune statistiche sembrano emergere nuove tendenze dei consumatori, che appaiono più razionali nelle scelte dei consumi e nella spesa. Un sondaggio commissionato da Aqua Italia, associazione che raggruppa le aziende leader nel settore del trattamento dell'acqua, ha rilevato che il 75% degli italiani consuma acqua di rubinetto. Le motivazioni che spingono 1 italiano su 3 a consumare l'acqua in casa risiedono innanzi tutto nel buon gusto, nella comodità (evita il trasporto) e nel costo (elemento importante in tempo di crisi).
Ultimo, ma non meno importante fattore che guida le scelte degli italiani, è quello che concerne la qualità delle acque ed i controlli effettuati. E' indubbio che l'acqua del rubinetto ha molti più controlli. Infatti, un acquedotto che eroga dai 100 ai 1000 metri cubi di acqua, sufficiente per circa 5.000 abitanti, è soggetto ad almeno cinque controlli l'anno. Meno controlli invece vengono effettuati sulle società che gestiscono le sorgenti per l'imbottigliamento delle acque.
Uno studio pubblicato su Le Scienze di dicembre, ha messo in luce che in Italia l'acqua contiene in molti casi sostanze dannose, come l'arsenico, il berillio, il manganese, l'alluminio e persino l'uranio. Lo studio, che ha preso in considerazione centinaia di campioni su tutto il territorio nazionale, ha messo in luce che l'acqua del rubinetto, tutto sommato, è discretamente buona. Ma i valori di queste sostanze nocive ammessi dalla normativa italiana, in deroga a quella europea, sono ancora molto elevati.
La situazione è anche più critica per le acque imbottigliate. Un gruppo di ricercatori delle Università di Napoli, Benevento, Bologna e Cagliari, hanno lavorato in collaborazione con gli scienziati dell'EuroGeoSurveys Geochemistry Export Group, raccogliendo decine di campioni di acqua di 158 marche presenti sul territorio nazionale. Il risultato? I valori delle sostanze tossiche e nocive sono risultati in molti casi troppo elevati e comunque superiori alla normativa europea ed alle direttive fissare dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Chissà che la crisi non abbia aperto gli occhi alle incaute famiglie, riuscendo laddove le agguerrite campagne delle associazioni di protezione dei consumatori non sono riuscite per anni?
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