In aumento i mutui a tasso variabile nonostante rialzo dell'Euribor
La lenta corsa al rialzo del tasso Euribor sembra, però, non spaventare affatto chi vuole acquistare una casa accendendo un mutuo, e la convenienza dei tassi variabili continua ad essere la scelta di gran lunga prevalente. E' questa la principale indicazione che arriva dagli ultimi numeri elaborati dall'Osservatorio SuperMoney.
Nonostante l'aumento del tasso Euribor, a cui sono indicizzati la gran parte dei mutui variabili, chi va in rete per cercare un finanziamento ha premiato ancora questo tipo di mutuo, scelto nel 67% dei casi. Il 5% invece ricade su prodotti a tasso misto.
Molti i clienti interessati a forme specifiche di variabile: in particolare si fa notare il successo dei mutui con cap, scelti dal 15% dei navigatori. Questo prodotto prevede un tetto massimo oltre il quale la rata non può salire, segno che la scottatura del 2008 non è ancora stata assorbita del tutto dal mercato.
"Nonostante la crescita dell'Euribor a cui abbiamo assistito in questi mesi, i clienti continuano a preferire i prodotti variabili - spiega Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di SuperMoney. Da una parte questo è dovuto alla presenza di condizioni ancora favorevoli per questo tipo di finanziamenti, ma dall'altra riveste un ruolo fondamentale la maggiore disponibilità di spesa dei mutuatari online, che possono affrontare con meno preoccupazioni i possibili rialzi della rata".
Nonostante questi timori, l'erogazione di mutui nel 2010 ha evidenziato una crescita dell'11,5% rispetto allo scorso anno, anche se si è registrato un rallentamento nell'ultimo trimestre. È quanto risulta dall'indagine messa a punto dall'Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa.
In un contesto di mercato che ha visto il recente aumento del tasso di riferimento BCE, dopo un periodo di oltre due anni in cui era fermo ai minimi storici, "i segnali di miglioramento complessivo registrati su base annua lasciano ipotizzare un trend delle erogazioni sostanzialmente simile anche per l'anno 2011", sostiene Renato Landoni, presidente Kiron Partner, Gruppo Tecnocasa. "Di contro le tensioni inflazionistiche in corso potranno spingere la BCE a ulteriori seppur minimi ritocchi del tasso di riferimento" e quindi "è ipotizzabile che a sua volta i costi dei prodotti per l'acquisto dell'abitazione potrebbero subire degli aumenti, comportando di fatto una potenziale uscita di una parte della clientela dall'accesso al credito".
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