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Come controllare la solidità della tua banca

Finanza · 20 giugno 2017 - 11.28

Il 2016 è stato decisamente un annus horribilis per le banche italiane che si sono guadagnate, non certo per merito, le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali alle prese con cambiamenti e trasformazioni ancora in atto.

E ancora oggi sono proprio le banche che continuano a turbare il sonno di molti italiani: dalle nefaste vicende dei quattro istituti bancari (Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti) che hanno mandato in fumo i risparmi di migliaia di correntisti, al salvataggio del Monte dei Paschi di Siena e a quello delle banche venete, al bail-in entrato in vigore il 1° gennaio 2016 che obbliga azionisti, obbligazionisti e correntisti a farsi carico delle perdite di una banca in crisi al posto dello Stato.
Una volta venute a galla le crepe di questo sistema bancario siamo sempre più in difficoltà ad affidare i nostri risparmi ad un istituto di credito. Di quale dobbiamo fidarci? I nostri soldi sono al sicuro? Qual è la banca più solida?

Nonostante esistano le autorità di vigilanza, infatti, ci chiediamo sempre più spesso che fine potrebbero fare i nostri soldi se la banca fallisce e cerchiamo in prima persona di valutare preventivamente lo stato di salute di un istituto bancario.


Come possiamo capire se una banca è solida?

In un interessante articolo sull'argomento l'ADUC, che da sempre si occupa dei diritti degli utenti e dei consumatori, spiega prima di tutto perché una banca può andare in difficoltà economiche individuando tre ragioni fondamentali:

  1. eccesso di sofferenze bancarie: si tratta degli ormai famosi NPL Non Performing Loans, ovvero i crediti deteriorati, quella parte del portafoglio crediti che le banche vantano verso i propri debitori ma che non sono più incassabili (in tutto o in parte) o non lo sono in condizioni economicamente accettabili;
  2. perdite su operazioni finanziarie proprie: operazioni poco ortodosse, frutto non solo di incompetenza ma a volte portate avanti per interessi personali;
  3. corsa agli sportelli: ricordiamo quella verificatasi a Cipro dopo l'annuncio del prelievo sui conti bancari dei cittadini in seguito all'accordo sugli aiuti concessi dall'Eurozona. Nessuna banca potrebbe restituire tutti i soldi dei correntisti se venissero chiesti tutti insieme.

MPS e Pinocchio

Gli indicatori: CET1 e Total Capital

Da queste situazioni che possono portare un istituto bancario al default è bene tenersi alla larga, ma esistono anche parametri messi a disposizione dagli organi di vigilanza, come la BCE, che permettono a investitori e risparmiatori di valutare la solidità di una banca in modo semplice. Parliamo di due indicatori, chiamati ratio, che possiamo trovare nel bilancio e nelle relazioni periodiche della banca:

  • CET1 ratio, acronimo di Common Tier Equity 1: è il maggiore indice di solidità di una banca, misura il rapporto fra i mezzi propri della banca e le attività ponderate per il rischio. Più è alto il valore più la banca è solida.
  • Total Capital ratio, dato dall'insieme del patrimonio e il valore delle attività ponderate per il rischio.

IMPORTANTE
Questi indicatori variano di frequente e bisogna cercarli nei bilanci dove spesso vengono citati in modo disomogeneo.

Il CET1 ci indica i rischi derivanti dalle sofferenze (NPL) e con quali risorse la banca riesce a garantire i prestiti concessi ai clienti. La BCE ha stabilito che questa percentuale non deve essere inferiore all'8%, ma viene alzata fissando l'obiettivo banca per banca; in ogni caso è preferibile che sia superiore al 10%.
Il Total Capital, invece, in base ai principi di Basilea 3 deve essere almeno pari al 10,5%.


Che cos'altro ci aiuta a capire se una banca è affidabile?

Senza dubbio gli indicatori sopra citati, CET1 e Total Capital, sono parametri importanti, ma non sono gli unici da tenere in considerazione e soprattutto non sono sufficienti a definire precisamente lo stato di salute di una banca.
Ad esempio quando i crediti in sofferenza hanno un valore più alto del capitale della banca stessa, spiega l'ADUC, questo è un segnale chiaro che la banca non se la sta passando bene, e questo a prescindere dal CET1.

Ci sono altri elementi da valutare per capire se una banca è affidabile, infatti gli istituti di credito seppur uguali all'apparenza spesso sono molto diversi:

  • tenete d'occhio l'entità dei crediti deteriorati facendo attenzione, nel bilancio e nelle relazioni trimestrali, che non siano superiori al 16%. Valutate anche il rapporto delle sofferenze con il totale dei prestiti per capire la qualità del credito della banca
  • osservate gli accantonamenti: più sono alti, rispetto agli NPL, più l'istituto è sicuro. Le coperture delle sofferenze in bilancio indicano un atteggiamento prudente della banca e questo la espone a meno rischi
  • la banca deve essere adeguatamente patrimonializzata: in questo modo con un capitale alto riesce a coprire senza problemi i rischi connessi all'esercizio delle sue attività
  • fate attenzione all'andamento del titolo (se la banca è quotata in Borsa): la quotazione è un elemento in più in presenza di indicatori poco realistici
  • va premiata la trasparenza: le banche che non si limitano all'obbligo della pubblicazione annuale, ma che rendono disponibili i dati più volte durante l'anno con relazioni trimestrali e semestrali, sono più virtuose
  • privilegiate le banche online rispetto a quelle fisiche, hanno un CET1 più alto, un elemento di sicurezza in più


Precauzioni per l'uso

Tenendo presente quanto sopra esposto, e a fronte di ulteriori dubbi, c'è qualche suggerimento che possiamo facilmente mettere in pratica e che può evitarci preventivamente situazioni a rischio:
  • se possibile non tenere più di 100.000 euro liquidi sul conto corrente;
  • non acquistare obbligazioni bancarie o altri strumenti finanziari che non si sappiano valutare;
  • non firmare mai un documento senza averne compreso appieno il contenuto o se si ha il dubbio di non aver capito;
  • cercare di diversificare aprendo più conti correnti in diverse banche;
  • approfondire la propria cultura finanziaria, colmando lacune e mancanze in modo da non farsi trovare impreparati nel momento della sottoscrizione di un investimento.
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