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Come chiedere il rimborso per la TARI?

Welfare · 23 novembre 2017 - 15.36

La TARI, fin dalla sua nascita, ha fatto storcere non poco il naso ai contribuenti.

Se poi si aggiunge il fatto che sono stati riscontrati non pochi errori nel conto, la situazione tende a divenire maggiormente complessa.

Ecco come scovare gli errori e come ottenere il rimborso.



La TARI e la sua composizione

La tassa TARI è composta da due parti, ovvero quella fissa e quella variabile.
La prima di essa riguarda la grandezza della casa, ovvero il costo che viene attribuito a ogni metro quadro risulta essere di circa due euro.
Per ogni componente del nucleo familiare, che rappresenta la parte variabile, si parla di un costo di circa cinquanta euro.
Ora, i vari comuni italiani, avrebbero dovuto moltiplicare i metri quadri che compongono la casa per il costo attribuiti ad essi ed allo stesso tempo per il numero di persone che compongono il nucleo familiare.

L'errore è stato svolto nel calcolare diverse volte questo dato per tutte le diverse superfici che compongono la casa.
Questo significa semplicemente che un contribuente si è trovato a dover pagare sia per lo spazio che riguarda la casa ma anche quello del garage, calcolato come parte separata della casa.

Pertanto l'errore è stato svolto in maniera completamente errata e questo non ha fatto altro se non rendere la situazione meno semplice del previsto, dato che i contribuenti si sono trovati a fare i conti con parti variabili elevate.
Vediamo ora come procedere per ottenere un rimborso relativo a questa particolare tassa.


La verifica sul bollettino

TariLa prima parte per ottenere un rimborso consiste nel valutare attentamente gli importi presenti nel bollettino.
Generalmente questi sono caratterizzati da due diciture differenti tra di loro che appunto indicano la parte fissa, indicata con la sigla PF, ma anche quella variabile, la quale viene identificata con la dicitura PV.

Osservando attentamente proprio tale parte sarà possibile controllare se vi sono degli errori gravi nel bollettino che deve essere pagato.
Bisogna ovviamente prendere in considerazione i vari costi che sono stati espressi dal Comune in quanto ognuno di essi potrebbe applicare delle somme di denaro che risultano essere differenti tra loro.
Pertanto, dopo essersi informati, occorre procedere con l'effettuare un conteggio attento e preciso che consente di comprendere se questo dato risulta essere troppo elevato oppure se si tratta di un conteggio svolto con attenzione e precisione.

Se il bollettino non è caratterizzato da queste diciture occorre semplicemente procedere con la richiesta di verifica da parte del comune in modo tale che questa operazione potrà essere svolta in maniera corretta e si possa ottenere un eventuale rimborso.

Se il Comune si dimostra poco disponibile nello svolgere questo particolare tipo di controllo sarà necessario procedere con un ulteriore tipo di verifica che garantisce la possibilità di poter sapere se vi sono stati degli errori nell'effettuare il calcolo.
Richiedere l'intervento di patronato o figure che si occupano di tutelare i consumatori rappresenta il giusto modo di fare in quanto, grazie ad esso, sarà possibile ottenere la restituzione della parte di denaro spesa senza motivazione con questa tassa.


Come procedere per ottenere il rimborso

Per ottenere il rimborso occorre compilare una lettera indirizzata all'ufficio amministrativo del proprio comune in modo tale che si possa essere sicuri del fatto che, la propria richiesta, venga presa in considerazione.
Nella raccomandata con ricevuta di ritorno occorre scrivere l'importo pagato, sottolineare l'errore ed ovviamente procedere col segnalare il conteggio corretto che sarebbe dovuto essere stato svolto.
Procedendo in questo modo si potrà dare all'Amministrazione Comunale tutte le varie informazioni che riguardano appunto il corretto tipo di importo che avrebbe dovuto identificare la stessa tassa TARI.

Tari
Questa particolare procedura deve essere svolta entro trenta giorni da quando si riscontra l'errore presente nella stessa bolletta.
Sarà importante procedere per vie rapide in quanto, in caso contrario, il bollettino ed il pagamento della stessa tassa vengono archiviati, cosa che non consente di poter ottenere un rimborso.
Spetterà poi al Comune procedere in maniera rapida e far ottenere la somma di denaro dovuta al cittadino stesso in modo tale che si possano evitare ulteriori dispute.

Il Comune, però, potrebbe rispondere in maniera negativa alla diffida che viene effettuata nei suoi confronti ovvero potrebbe rifiutarsi di voler effettuare la restituzione della somma di denaro che il contribuente ha pagato in eccesso.
In questo caso occorre impugnare la suddetta risposta presso la Commissione tributaria: questa operazione deve essere svolta entro sessanta giorni dal momento in cui si riceve la suddetta risposta negativa.

Se invece il Comune non ha emesso alcuna decisione il contribuente potrà decidere di optare per questa particolare soluzione entro novanta giorni dall'invio della lettera con raccomandata di ritorno.
Si tratta quindi di procedere per vie legali per far valere tutti i propri diritti.

Nel caso in cui l'importo che deve essere restituito dal Comune sia inferiore ai tremila euro il contribuente non dovrà farsi seguire da un avvocato ma ci penserà la Commissione a prendere le sue difese dietro il compenso di trenta euro per le prestazioni svolte dalla stessa Commissione Tributaria.

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