Guida agli ETF
Aspetti fiscali
A partire dal 9 aprile 2014, i proventi positivi derivanti dalla compravendita di ETF costituiscono “reddito di capitale”, mentre tutte le eventuali minusvalenze formano un “reddito diverso”.
Sia i proventi positivi che le minusvalenze si calcolano sulla differenza tra prezzo di acquisto ed prezzo di vendita dell'ETF, indipendentemente dal valore del NAV dell'ETF che non è rilevante ai fini fiscali.
Nel caso la posizione è generata sulla base di molteplici acquisti, il prezzo di acquisto sarà calcolato come “prezzo medio ponderato per la quantità”, ossia sulla base dei prezzi di acquisto eseguiti sul mercato e ponderati per le quantità.
I dividendi degli ETF sono considerati “redditi di capitale” e come tale non rilevanti per recuperare eventuali minusvalenze e sono accreditati all'investitore al netto della ritenuta d'imposta.
In sintesi, la tassazione degli ETF diventa quindi uguale a quella dei fondi comuni di investimento.
I proventi positivi degli ETC sono considerati “reddito diverso” e quindi compensabili con eventuali precedenti minusvalenze.
I profitti generati dagli ETF (reddito di capitale e reddito diverso) e dagli ETC (reddito diverso) sono tassati con un'aliquota del 26%.
Tuttavia, agli ETF che hanno una componente obbligazionaria, si applica una tassazione ponderata rispetto alla percentuale dei Titoli di Stato presente nell'ETF stesso.
Quindi, se ad esempio, un ETF è composto al 30% da Titoli di Stato e al 70% da azioni, la parte relativa ai Titoli di Stato verrà tassata al 12,5%, mentre la parte relativa alle azioni verrà tassata al 26%.
Ultimo aggiornamento 15 aprile 2014
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